giovedì 24 settembre 2009

EARTH

Un film di Alastair Fothergill, Mark Linfield,
Origine: GB/USA
Anno di edizione: 2008
Durata: 96’

NOTE SUL FILM

EARTH è la storia epica di un pianeta fortunato. Per quanto ne sappiamo, il nostro pianeta è l’unico nell’Universo a ospitare la vita. Per una casualità cosmica, siamo capitati alla giusta distanza dal sole per produrre il clima perfetto per la vita. Né troppo lontano, né troppo vicino, non troppo caldo o freddo. Ma questo è solo l’inizio della fortuna del nostro pianeta. Cinque miliardi di anni fa, quando il nostro pianeta era ancora instabile, un imponente asteroide dalle dimensioni di Marte si è abbatuto sulla Terra, spostandola a esattamente 23,5 gradi di inclinazione rispetto al sole. Questo incidente cosmico si è rivelato un assoluto miracolo, perché senza questa fondamentale inclinazione tutto sarebbe stato decisamente diverso. Ogni anno, mentre il nostro pianeta gira intorno al sole, questa inclinazione dà origine alle stagioni. Nell’estate settentrionale il Polo nord è vicino al sole, mentre in inverno succede il contrario. Tutta la vita sulla Terra alla fine viene sostenuta dall’energia solare e, mentre la sua calda influenza si sposta a nord e sud durante il ciclo mutevole delle stagioni, ogni forma di vita sulla Terra segue il suo risveglio.

EARTH la nostra terra porta il pubblico a compiere questo viaggio epico assieme al sole. Noi viaggiamo dal Polo nord al Polo sud, passando per la maggiore catena montuosa del mondo, i deserti più aridi, i fiumi più potenti e i mari più agitati.
Non siamo da soli, ma affrontiamo questo epico viaggio attraverso gli occhi e le esperienze delle nostre tre stelle: una famiglia di orsi polari, un branco di elefanti e una balena megattera con il suo cucciolo appena nato.
Il nostro viaggio inizia nell’Artico superiore a 1.100 chilometri a sud del Polo Nord. E’ la fine dell’inverno e un orso polare maschio è fuori in perlustrazione. Non vede il sole da mesi. A marzo il sole sorge per la prima volta sull’orizzonte artico. E’ l’inizio della primavera e noi osserviamo questi momenti intimi, mentre una femmina di orso e i suoi due cuccioli neonati emergono per la prima volta dalla loro tana sotto la neve. La madre non mangia da quattro mesi ed è affamata. Utilizzando il suo latte come esca, cerca di incoraggiare i cuccioli ad uscire dal conforto della tana e addentrarsi nel ghiaccio marino. E’ qui che lei dovrà cacciare le foche per evitare di morire affamata. Ma si deve sbrigare, perché il sole primaverile ha già iniziato a sciogliere il ghiaccio. Lontano, l’orso polare maschio, padre dei cuccioli, è già nei guai.
Lui lotta disperatamente mentre il ghiaccio si scioglie sotto le sue zampe. Ogni anno, mentre le temperature globali si alzano, c’è sempre meno ghiaccio nell’Artico e per gli orsi polari è un disastro.

EARTH mostra alcuni dei territori più spettacolari del mondo. Lasciando le distese di ghiaccio dell’artico, seguiamo l’influenza calda del sole spostarsi a sud verso l’equatore. 1.600 chilometri a sud del Polo Nord, la neve che si scioglie rivela la prima vegetazione, i prati infiniti della tundra artica. Questa distesa immensa di vegetazione rimane praticamente senza vita d’inverno, ma ogni estate migliaia di visitatori arrivano da sud per sfruttare la breve abbondanza di cibo in estate. In Canada, tre milioni di caribou percorrono più di tremila chilometri seguendo il disgelo. Si tratta della migrazione più lunga percorsa a piedi sulla Terra e uno dei maggiori spettacoli naturali. Questi vasti branchi non viaggiano da soli. Infatti, per tutto il percorso, vengono seguiti da lupi affamati.
Per raggiungere i primi alberi presenti sul nostro pianeta dobbiamo viaggiare ancora più a sud. A 2.000 chilometri dal Polo Nord, i piccoli arbusti rappresentano la ‘linea di alberi’ del nostro pianeta. E’ l’inizio della Taiga, la maggiore foresta di conifere nel mondo, che si estende per tutto l’emisfero settentrionale e che rappresenta un terzo di tutti gli alberi presenti sulla Terra. Per buona parte dell’anno, la Taiga è un territorio ricoperto dalla neve, un mondo silenzioso dove raramente si vedono delle orme. Gli animali che ci vivono, come la lince solitaria, rappresentano il vero spirito della natura selvaggia.
A 2.500 chilometri a sud del Polo nord arriviamo ai boschi pieni di foglie che conosciamo bene. Qui l’estate è sufficientemente lunga perché i boschi decidui prendano il sopravvento sulle conifere. E’ il territorio delle campanule e degli usignoli, delle volpi e dei cervi. A primavera, vediamo i piccoli di anatra mandarina fare i loro primi coraggiosi salti dai nidi che si trovano in alto sugli alberi. E in inverno, quando gli alberi decidui perdono le foglie, notiamo il più raro felino del mondo, un leopardo di Amur e il suo cucciolo, che cercano di sopravvivere nel freddo feroce della Siberia.
Alla fine, il nostro viaggio arriva all’Equatore. Questa è l’unica parte del nostro pianeta senza stagioni, perché nei tropici il sole splende stabilmente tutto l’anno. Con tanta energia a disposizione la giungla cresce senza controllo e supporta una meravigliosa varietà di specie animali. Sebbene rappresenti soltanto il 3% del territorio del nostro pianeta, la foresta pluviale ospita più di metà di tutte le piante e degli animali del pianeta; nella sola Papua New Guinea, ci sono 42 specie diverse di Uccelli del Paradiso. Questo perché la giungla riceve una maggiore quantità di pioggia rispetto a ogni altro luogo della Terra.
I deserti coprono un terzo della superficie terrestre del pianeta e stanno aumentando ogni anno. Il nostro viaggio prosegue nei deserti più aridi del mondo, dove abbondano le tempeste di sabbia del Sahara. Voliamo sopra le maggiori dune di sabbia: i Namibia e nel deserto del Kalahari dove incontriamo la seconda delle nostre stelle animali, una elefantessa madre e il suo cucciolo nato da poco. E’ la stagione arida e migliaia di elefanti stanno lottando nel Kalahari in cerca di acqua fresca.
Pesanti nuvole di polvere soffiano nel deserto e c’è il forte rischio che la madre e il suo cucciolo vengano separati dalla tempesta di sabbia. Dopo diversi giorni di viaggio, la matriarca finalmente porta il branco a una pozza d’acqua isolata nel deserto. Almeno il cucciolo e la madre possono soddisfare la loro sete, ma non bevono da soli. Gli elefanti sono obbligati a condividere la preziosa acqua con dei leoni affamati. Nel corso della giornata gli elefanti dominano la pozza, ma di notte l’equilibrio del potere cambia decisamente. I leoni vedono molto meglio nell’oscurità e noi assistiamo con orrore alla lotta tra le due specie animali: gli elefanti si riuniscono attorno ai loro piccoli per formare un muro di difesa e per nasconderli, i leoni decidono di cambiare tattica. Un gruppo di loro si coalizza per attaccare un giovane elefante. Il cucciolo e sua madre riescono a sopravvivere alla notte e continuano il viaggio in cerca di acqua, necessaria ad assicurare la loro sopravvivenza.
Il ritmo annuale del sole influenza il ciclo dei periodi asciutti e piovosi, che costringe gli elefanti a spostarsi continuamente in cerca di acqua fresca. Proprio come succede con l’orso polare, EARTH inserisce le lotte intime degli elefanti su uno sfondo globale legato alla presenza di acqua sul nostro pianeta. Grazie a spettacolari immagini riprese dall’alto osserviamo delle imponenti tempeste formarsi dai mari tropicali prima di scatenarsi sulla terraferma, per poi arrivare alle maggiori catene montuose del nostro pianeta.
Rimaniamo meravigliati di fronte agli stormi di damigelle di Numidia, che affrontano una migrazione incredibile sull’Himalaya, la più grande vetta del nostro pianeta. Questi animali devono oltrepassae la catena montuosa per svernare in climi più temperati.
Le nuvole portate in alto dai venti delle montagne si raffreddano e cedono il loro vapore in forma di neve. Quando il calore del sole fonde questa neve, noi seguiamo il percorso verso l’oceano. Le cineprese ci portano a vedere le cascate più alte e ampie e poi verso il sole. Mentre questa acqua passa attraverso terreni desertici, l’Okavango diventa un paradiso fertile. Dopo settimane di cammino, la madre elefantessa e il suo cucciolo sono finalmente arrivati e insieme giocano nelle acque cristalline.
Proprio come avviene sulla terraferma, il sole nutre la vita negli oceani e, nelle acque tropicali vicino all’Equatore, incontriamo una madre di balena megattera e il suo cucciolo neonato. Queste acque calde e tranquille sono un buon posto per partorire e crescere i piccoli. Il nostro cucciolo ha solo poche settimane e la madre lo porta delicatamente vicino alla superficie in modo che possa respirare. Il piccolo riceve seicento litri di latte al giorno dalla madre, ma lei è affamata e nelle acque cristalline non trova cibo da mangiare. Per cui quando il cucciolo ha cinque mesi, insieme alla madre, affronta un viaggio di quasi 6.500 chilometri: dai tropici fino agli estremi meridionali del nostro pianeta in Antartico. Mentre si recano a sud le balene incontrano un branco di esemplari di pesce spada che viaggiano nell’oceano a circa 100 chilometri; si avvicinano ad un grande squalo bianco, che ripreso in ultra slow motion, si lancia fuori dall’oceano per catturare la sua preda, una foca, così, questa volta, il cucciolo di balena viene risparmiato. Alla fine la balena megattera e il suo cucciolo arrivano in Antartico giusto in tempo per l’estate. Il sole ha sciolto il ghiaccio e la vita è tornata. Ora la balena megattera può fare scorta di cibo. Le balene creano una rete di bolle a spirale con cui raccolgono i krill, pesci simili ai gamberetti, ma hanno fretta: presto il sole si sposterà a nord e il mare congelerà nuovamente, costringendo le balene ad avventurarsi ancora una volta verso i tropici.
Mentre il sole abbandona l’Antartico il continente torna nuovamente all’oscurità e soltanto l’Aurora Australe illumina i cieli meridionali. A nord del nostro pianeta, dove è cominciato il nostro viaggio, è estate profonda e il mondo ghiacciato del nostro orso polare svanisce completamente sotto le sue zampe. Dopo molti giorni in mare, l’esausto animale alla fine raggiunge la terra, attirato dall’odore pungente di una colonia di trichechi. I trichechi sono molto più grandi delle sue prede abituali, le foche, ma il nostro maschio è affamato. Alla disperata ricerca di cibo, cerca di sottrarre un cucciolo di tricheco dalla folla di adulti, ma il maggiore carnivoro terrestre del mondo, ha incontrato un valido avversario, e continua a fallire nei suoi tentativi. Alla fine, la disperazione lo rende avventato e così subisce una ferita mortale dalla potente zanna di un tricheco. Il nostro orso ha tentato la sorte e ha perso. Noi osserviamo i suoi ultimi momenti mentre giace esausto in attesa della morte.
Il clima continua a riscaldarsi e ogni anno, una grande quantità, di ghiacciai artici si scioglie e molti orsi polari si imbattono nello stesso triste destino del nostro protagonista. Per questo l’orso polare è diventato un emblema dello stato di “salute” del nostro pianeta e di tutti gli animali che lottano per sopravvivere insiema a noi.

EARTH, la realizzazione
•    Cinque anni di produzione
•    Girato in 200 location
•    26 nazioni presenti nel film
•    40 troupe specializzate
•    1000 ore di riprese
•    250 giorni di riprese aeree

Prime volte nelle riprese
• L’emergenza dell’orso polare, Kong Karls Land, Norvegia o La BBC è stata la prima a poter accedere a questo rifugio per l’orso polare grazie al permesso del governo norvegese. Nessun altro ha potuto riprendere questa zona negli ultimi 25 anni.
• L’orso polare che caccia sul ghiaccio marino - Svalbard, Norvegia o Utilizzando la tecnologia aerea cineflex, si è ottenuto un punto di vista unico e senza precedenti degli orsi polari che percorrono il ghiaccio marino. Non era possibile effettuare queste riprese sul terreno.
• I lupi che cacciano i caribou – Territori settentrionali, Canada o La prima caccia completa girata dal cielo utilizzando la tecnologia cineflex.
• Gli Uccelli del Paradiso, Western Highlands, Papua New Guinea o La ridotta quantità di luce in cui questi volatili si esibiscono nelle foreste pluviali della Papua New Guinea in passato avevano limitato le possibilità dei realizzatori, mentre le riprese con la nuova tecnologia HD hanno permesso alla squadra di EARTH di mostrare tutti i più minuscoli dettagli.
• Lo sbocciare delle ciliegie e la trasformazione delle foglie o Nelle riprese di EARTH non sono mai stati utilizzati degli effetti digitali, mentre tutto è stato girato con la rivoluzionaria fotografia time lapse.
• Le prime riprese aeree in alta qualità dell’Himalaya o gli aerei di ricognizione dell’esercito nepalese hanno permesso queste riprese.
• Accesso unico alla catena montuosa del Karakoram in Pakistan.

Storie di produzione
“Ho lavorato in alcuni progetti imponenti, ma tutti scompaiono di fronte alle dimensioni di EARTH. Negli ultimi cinque anni, abbiamo girato in oltre 200 location nel mondo, passato il numero record di 4.500 giorni sul terreno e impiegato oltre 40 cameramen, tutti esperti assoluti nel loro campo.
Ogni ripresa presentava delle importanti sfide logistiche. Avere accesso alle location ha richiesto anni di negoziazioni. Ma grazie alla nostra esperienza, conoscenza logistica e reputazione, siamo riusciti a farcela e a tirar fuori delle immagini meravigliose, qualcosa che non si può semplicemente acquistare”.
Alastair Fothergill

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