giovedì 24 settembre 2009

OLIVER TWIST


Un film di Roman Polanski
Soggetto: dal romanzo omonimo di Charles Dickens
Sceneggiatura: Ronald Harwood
Fotografia: Pawel Edelman
Scenografia: Allan Starski
Costumi: Anna Sheppard
Musica: Rachel Portman
Montaggio: Hervé de Luze
Interpreti: Ben Kingsley (Fagin), Barney Clark (Oliver Twist), Lewis Chase (Charley Bates), Jake Curran (Barney), Frances Cuka (Sig.Ra Bedwin), Jamie Foreman (Bill Sykes), Chris Overton (Noah Claypole), Leanne Rowe (Nancy), Mark Strong (Toby Crackit), Jeremy Swift (Sig. Bumble), Joseph Tremain (Tom).
Produzione: Robert Benmussa, Alain Sarde, Roman Polanski
Origine: Francia/Inghilterra
Anno di edizione: 2005
Durata: 130’

Sinossi

Londra, XIX secolo: sfuggito alle grinfie della famiglia a cui è stato affidato, il piccolo Oliver Twist incontra un ladruncolo di strada che fa capo al vecchio Fagin, sempre pronto ad assoldare nuove reclute. Alla sua prima "impresa", Oliver viene arrestato, mentre gli altri ragazzi riescono a farla franca. Chiarita l'estraneità di Oliver alla vicenda, il facoltoso signor Brownlow ritira la denuncia a suo carico e lo accoglie in casa. Ma i suoi vecchi compagni non intendono rinunciare a lui...

ANALISI DEL FILM

1) I titoli di testa scorrono su un’immagine in bianco e nero

Il film si apre con un incisione che ricorda sia quelle di Gustave Doré che quelle di George Cruikshank che accompagnarono la prima edizione del libro, nel 1838. Per il resto del film, le incisioni visionarie dedicate da Gustaver Doré alla Londra della rivoluzione industriale, e adoperate da Polanski come  cornice, sottolineano splendidamente le tinte fosche e surreali delle descrizioni dickensiane.

2) Dissolvenza. L’immagine diventa a colori. Oliver, accompagnato dal mazziere parrocchiale Bumble, viene portato all’orfanotrofio
Polanski, diversamente da Dickens, omette la cronaca della nascita del bambino e della sua amara permanenza, fino all’età di nove anni, presso la pensione della signora Mann. Egli sceglie di agganciarsi al racconto quando il mazziere parrocchiale Bumble porta Oliver all’orfanotrofio. Sempre in tema di differenze possiamo notare che Polanski ha evitato anche il confronto con il film di David Lean (1948), una delle migliori trasposizioni cinematografiche del testo di Dickens. A differenza del ragazzino scelto dal maestro inglese per l'accattivante fisionomia, il polacco ha voluto un giovanissimo professionista, Barney Clark che regala al personaggio di Oliver una straziante malinconia.
Il primo ingresso in scena del protagonista è caratterizzato anche dalla simbolica chiusura del pesante cancello di ferro che delimita l’orfanotrofio: il ragazzino entra in una delle tante prigioni che incontrerà nel corso della storia.

3) Il bambino, dopo aver sostenuto un’udienza presso il consiglio parrocchiale, inizia  a lavorare come sfilacciatore di stoppa

Angelico e sottile come il suo modello letterario, l’Oliver di Polanski ha negli occhi una tristezza che sembra non conoscere rimedio. Il suo sguardo è insieme stupito e rassegnato di fronte alla miseria del mondo. Lo è al cospetto dei bravi parrocchiani che lo mandano a istruirsi, così gli dicono, strappando via la stoppa da vecchie funi, in mezzo a decine di infelici come lui. Se infatti nell’analisi del film si parte proprio dalla messinscena, sin dalle prime sequenze è chiaro che il pauroso mondo moderno cui va incontro il giovanissimo Oliver non gli riserverà certo lusinghe e favori. Stupenda, a tal proposito, è una delle prime scene del film, che sembra essere mutuata da Metropolis (Fritz Lang, 1927), nel presentarci l’alienante e omologante schiavitù verso cui sono indirizzati i poveri orfanelli. Senza dimenticare che seppur ambientata nell’Ottocento, questa storia guarda anche al presente e la vicenda di questi ragazzi ricorda quelle dei bambini di strada nell'America Latina, dei bambini-soldati in Africa, bambini-lavoratori, bambini morenti d'inedia, di epidemie, di mutilazioni o di abbandono.
La regia sottolinea la sudditanza a cui sono sottoposti i piccoli ospiti dell’orfanotrofio con la scelta di un rigoroso campo/controcampo  e con la posizione della macchina da presa: in alto (quando sono inquadrati i bambini)/dal basso (quando è inquadrato il sorvegliante). Per cui vediamo, sovente, i ragazzini inquadrati dall’alto e questo rende ancora più opprimente la loro situazione.

4) I morsi della fame sono talmente violenti che i ragazzi “inviano” Oliver a chiedere più cibo

5) Le richieste di Oliver creano sconcerto nel Consiglio degli anziani

Continua la scelta di Polanski di inquadrare la storia tutta ad “altezza” di bambino. La macchina da presa indugia in primo piano sul volto disperato di Oliver, lo segue e così lo rende il protagonista assoluto. Prosegue anche la scelta del campo/controcampo che sottolinea la divisione tra il mondo degli adulti e quelli dei bambini. Nel Campo/Controcampo, infatti, vengono combinate due inquadrature che hanno angolazioni opposte creando un effetto di simmetria. Questo raccordo di montaggio si usa per rappresentare una situazione generalmente di dialogo tra due, o più, personaggi che si fronteggiano.

6) Gli anziani, cinicamente, cercano di venderlo ad uno spazzacamino, e l’operazione andrebbe in porto, se un giudice, scorgendo il pianto di Oliver, non intuisse la sua riluttanza

7) In alternativa Oliver viene spedito come apprendista presso l’impresario di pompe funebri Sowerberry, dove deve subire l’ostilità della famiglia  e le angherie del garzone Noah Claypole

8) Stanco delle provocazioni, Oliver picchia  Calypole. Arriva Sowerberry che frusta il piccolo orfanello

9) La mattina dopo Oliver fugge verso Londra, ma il cammino è lungo. Stanco, bussa alla porta di una casa ma viene allontanato

E' noto che Polanski ha girato Oliver Twist sulle personali memorie delle sue infantili sofferenze come piccolo ebreo errante nella Polonia occupata dai nazisti; e ha immaginato come interlocutori i suoi figlioletti nel raccontare una vicenda emblematica di quella strage degli innocenti che dall'era vittoriana prosegue fino ai nostri giorni come vediamo ogni sera alla tv. Questa ipotesi è sottolineata anche dallo sceneggiatore Konald Fiarwood, abituale collaboratore di Polanski e autore dello script de Il Pianista, che in proposito dice: “La mia teoria è che Roman pensi a se stesso come a Oliver Twist. Abbandonato non tanto per via della scomparsa dei suoi genitori ma dal momento storico in cui è nato, scappa dal ghetto, trova delle persone che si occupano di lui, finisce in una scuola di cinema”. Logico allora che il tema della fuga (vero collante narrativo di tutte le sequenze del film) sia da subito per il bambino l’unica ancora di salvezza, in una società in cui la sua vita non vale quasi assolutamente nulla. Questo figlio di nessuno per tutto il film dovrà separarsi dolorosamente in ogni situazione da qualcuno o da qualcosa.

10) Oliver è sfinito  e si accascia al suolo nelle vicinanze di un’altra casa. Lo soccorre un’anziana signora
C’è, lungo la strada che va Londra, un incontro “strano“ di Oliver con una vecchia donna, la sola che lo tratta con una compassione piena d’amore. “Quello che ho, è poco”, gli dice, “ma lo divido volentieri con te”. Poi, quando lui riparte, lei esita. Per un attimo, gli confida, mi era sembrato che tu fossi... Qui si interrompe, né la sceneggiatura si curerà poi di aggiungere un nome. E a noi sembra che non occorra saperne di più: basta questa possibilità che persino Oliver abbia un’origine, un passato, una storia. Dall’aspetto della casa al viso della donna, tutto in questo incontro somiglia, per un attimo,  ad una favola.

11) Il mattino dopo riparte per Londra

Ancora così, come se andasse incontro a un futuro comunque segnato, Oliver parte per Londra. Polanski insiste sul suo cammino: sui piedi che sanguinano, sulla fame, sulla solitudine. In fondo, è anche suo quel cammino. Lo fu tanti anni fa a Cracovia, nella solitudine, nel sangue e nella fame della Polonia occupata dai nazisti.

12) Appena arrivato a Londra conosce il coetaneo  Artful  Dodger, detto il malandrino che gli procura, rubandolo, del cibo
Artful  Dodger è un monellaccio cockney d'altri tempi, destinato a trasportarci in una terra di nessuno, dove l'amicizia, il rispetto, la legalità, si misurano con la sopravvivenza.
La Londra del 1837, anno di uscita del libro, è stata interamente ricostruita a Praga. L’idea che Polanski offre della capitale britannica è assai caotica: traffico ingombrante di carrozze, folla di gente, risse stradali, commerci e ladri, catapecchie senza luce, la mescolanza di benestanti e accattoni. Il risultato è credibile e dà il senso di una ampia e bella coralità di personaggi e situazioni.

13) Artful porta Oliver a casa di Fagin. Un anziano ricettatore a capo di una piccola organizzazione criminale, composta da bambini, e dedita  al ladrocinio
Sir Ben Kingsley è l'infame Fagin, uno dei più carismatici cattivi della storia della letteratura. Si misura, in una lotta tra titani, con Sir Alec Guinness, che interpretò lo stesso ruolo nel 1948. "Non aveva senso per me - ha commentato l'attore - fare oggi di Fagin una caricatura di cattivo, come fece Guinness. Non l'ho interpretato come un uomo solo cattivo, piuttosto come un padre mancato, vessato anch'egli dalla società".
Polanski, infatti, procede a smussare i riferimenti agli ebrei, improntati nel romanzo a una persistente laidezza. Accade così che nel film il sinistro e diabolico Fagin, incallito sfruttatore di bambini e promotore di crimini di ogni sorta, nonché inguaribile egoista e implacabile taccagno, non sia mai etichettato  o designato come ebreo (Dickens, al contrario, rifacendosi a coriacei cliché, lo addita ironicamente come “l’allegro ebreo”), sebbene Polanski mantenga tutti gli stereotipi fisiognomici del caso. D’altra parte il regista non assume un atteggiamento censorio, perché come ha dimostrato ne Il Pianista non gli interessa fare ritratti edulcorati degli ebrei, rischiando così di cadere in un antisemitismo “rovesciato”. In fondo Fagin è lo sfruttatore e il corruttore della sua corte di giovani ladri, ed è insieme una specie di padre che li accoglie e li aiuta nella fatica terribile di sopravvivere. A lui, certo, Oliver si lega, come se una parte della favola intravista sulla strada verso Londra adesso si potesse realizzare. “Non esiste al mondo un uomo completamente cattivo” ha detto al New York Times Polanski che ha disegnato personalmente le sembianze del suo Fagin, aggiungendo: “Nonostante la sua cattiveria, Fagin sta dando ai bambini una sorta di casa. La loro vita in strada era semplicemente insopportabile”.

14) Fagin cerca di avviare Oliver al mestiere di ladro
Oliver guarda stupito il mondo che lo circonda: applaude, quasi fosse a teatro, la simulazione di un furto; si diverte a sfilare le cifre; prova lui stesso a scippare Fagin. Rinchiuso nella misera abitazione, continua a ringraziare il ricettatore, quando questi gli dona uno scellino per aver superato la prova del furto simulato.
Polanski, cineasta della claustrofobia, continua anche qui a proporre al suo protagonista tutta una serie di prigioni oppressive e limitanti: dopo l’evasione dall’orfanotrofio, ci sono ad attenderlo solo altre limitazioni, come la misera stanza di Fagin. Il più noto fra i registi apolidi continua a vedere la vita come una gabbia soffocante e propone un’altra storia di sopravvivenza.

15) Nel corso della sua prima uscita, Oliver rimane impietrito di fronte all’inaspettato furto commesso dai suoi due compagni, per questo si fa individuare e catturare

16) Oliver viene portato al cospetto del giudice Fang che lo condannerebbe per direttissima, se non fosse per il proprietario della libreria, in cui è stato commesso il furto, che riesce a scagionarlo. Nonostante questo, Olver cade a terra svenuto e viene portato via dal sig. Brownlow, l’anziano gentiluomo che è stato derubato
Allontanandoci ancora di più dalla superficie del film, ci accorgiamo che Polanski continua ancora il discorso autobiografico: egli è stato il piccolo Oliver, il bambino orfano abbandonato da tutti. Ma soprattutto prosegue la riflessione - vero leitmotiv della sua opera - sul tema del Male Assoluto: dopo aver mostrato come esso sconfini spesso nella follia più totale qui rileva con Dickens il suo apparentarsi anche con l’idiozia di ottusi funzionari dell’autorità e dell’ordine precostituito.

17) A casa di Fagin arriva Bill Sykes, un uomo violento, accompagnato da un feroce cane bianco. Tutti sono in allarme per Oliver. Si decide di mandare Nancy, una delle ragaze del gruppo e grande amica di Bill, a cercare notizie del ragazzo

18) Nancy va al commissariato e chiede  di Oliver. I poliziotti gli forniscono l’indirizzo del sig. Brownlow

E’ questa la prima scena in cui emerge il personaggio di Nancy. La ragazza recita la parte della timida sorella, angosciata dalla scomparsa di Oliver, e riesce a trarre in inganno i poliziotti. Appare molto diversa dalla disinibita e procace fanciulla che abbiamo visto aggirarsi nell’appartamento di Fagin, ma questo è un segnale importante. Nancy recita una parte che in seguito sarà costretta a ripetere in circostanze ben più drammatiche.

19) Oliver si sveglia nella casa del sig. Brownlow. Al bambino vengono comperati abiti nuovi e i suoi vecchi stracci vengono bruciati
Un’altra differenza  tra libro e film è legata ai beneffattori: nel testo Dickens ne fa comparire molti di più. Non ci sono solo il sig.  Brownlow e la sua governante signora Bedwin; entrano in scena anche la signora Maylie, la signorina Rose e il dottor Losborne, che accolgono Oliver dopo il fallimentare tentativo di furto che, come vedremo in seguito, provocherà il suo ferimento.

20) Il soggiorno felice e spensierato di Oliver presso il suo beneffatore, non dura a lungo. Nancy e Bill  Sykes sono sulle sue tracce e riescono a portarlo via

21) Oliver viene riportato da Fagin: picchiato e umiliato viene rinchiuso in una soffitta

22) Oliver è rinchiuso in una stanza. Fagin gli porta la colazione e lo accusa di ingratitudine. Per lui ha fatto molto e in cambio ha avuto solo problemi, poi racconta la storia del ragazzo che lo aveva denunciato  ed è finito sulla forca

23) Oliver viene accompagnato da Fagin a prendere una carrozza. Nel veicolo incontra Nancy che lo invita a stare calmo

E’ una Londra paurosa quella in cui il bambino muove i suoi passi. In questa metropoli sporca, fatiscente, piena di criminali, puttane, ladri, affaristi, in preda alla corruzione e al malcostume, Polanski annulla, nel brulicare di un’umanità alla deriva, la differenza tra interni ed esterni: avvolge nell’oscurità sia le stanze di appartamenti e tribunali che le strade fangose di questa giungla moderna.

24) Nancy porta Oliver a casa di Sykers. L’uomo mostra al bambino una pistola, la carica e gli intima di stare attento: se tenterà di fuggire gli sparerà

25) I due escono di notte sotto la pioggia e si recano a casa di Toby, un altro ladro e grande amico di Sykers

Tutti i personaggi nei loro spostamenti entrano ed escono da zone oscure, per cui, come avviene in quasi tutti i film di Polanski, lo spazio diventa puramente mentale; le strade diventano i corridoi della mente, i vicoli e qualsiasi elemento della messinscena sono funzionali a creare un non-luogo amplissimo in cui è facile perdersi perché si è costantemente senza bussola e la sola legge che conta è sopravvivere, a tutti i costi.

26) Sykers e Toby portano Oliver a rubare proprio a casa del sig. Brownlow. Il bambino, sconvolto e turbato, tenta di fuggire al piano superiore della casa per avvertire il padrone, ma viene raggiunto da un colpo di pistola. Snykers e Toby fuggono con il piccolo ferito
Oliver viene portato sull’orlo di un collasso nervoso, di un crollo emotivo capace di rendere la scena molto tesa e sconvolgente e insieme di offrire allo spettatore un ulteriore carraterizzazione del personaggio, rafforzata dal fatto che egli si trova in una situazione-limite in cui tutte le sue risorse morali vengono chiamate in causa e messe sinceramente alla prova. Proprio questo snodo si fa cartina di tornasole per verificare l’immagine di Oliver che Polanski ha fatto finora maturare negli spettatori. Non è dato, infatti, nutrire dubbi sulla natura virtuosa e onesta del bambino. La questione non è: cederà Oliver? Collaborerà alle ruberie? Quanto piuttosto come ne uscirà? Ombre di sventura già invadono la scena del ladrocinio: si può presentire che Oliver, fermo nella sua rettittudine e fedeltà,  dovrà pagare un caro prezzo per entrambe.

27) Toby e Sykers vorrebbero uccidere Oliver, ma l’improvvisa caduta di quest’ultimo in un fiume impedisce l’omicidio
E puntualmente, succede. Ma ciò non fa che rafforzare l’assunto di fondo: Oliver è totalmente buono e incorruttibile, è innocente – letteralmente incapace di nuocere, puro fino all’ingenuità – cosa di cui la combriccola di furfanti che ruota intorno a Fagin si fa beffe. Su questo punto i percorsi del film e del romanzo quasi si sovrappongono e Polanski può essere considerato complessivamente fedele allo spirito di Dickens: ambedue gli autori rendono Oliver, una figura pressoché astratta, anemica. La giovinezza di Oliver comporta una semplicità che rende la sua figura ancora più estrema e compassionevole, priva com’è di qualsiasi cicatrice o increspatura prodotti dall’esperienza. Egli è a tutti gli effetti uno di quei personaggi integralmente angelici ed eterei ritratti da Dickens. Posta questa comunanza, essa viene comunque sfruttata e indirizzata diversamente. Per Dickens si tratta di usare Oliver come uno specchio deformante in cui si riflette, nei suoi tratti più contrastati e iperbolici, il mondo circostante, che da presunto luogo dell’ottimismo vittoriano, diviene, a forza di descostruzione ironica e sarcastica, un terribile antro di predoni e approfittatori, in cui la vessazione è trasformata in sistema. Sistema criminale da una parte, soprattutto nelle classi inferiori e diseredate; sistema istituzionale dall’altra, in cui l’ingiustizia si nasconde dietro la sacralità della legge e i rappresentanti dell’ordine costituito, lavandosi la coscienza in suo nome, si fanno ancora più disumani. Polanski si regola diversamente. Non gli interessa tanto usare Oliver come specchio delle storture del mondo, quanto piuttosto osservare il dominio che il caso esercita sulla vicenda umana, la sudditanza di quest’ultima al cieco accidente, che viene aggravato  dalla spietatezza e dal cinismo del mondo circostante.

28) Toby riporta a casa Oliver ferito e racconta l’accaduto a Fagin

29) Nancy e Fagin vanno a casa di Sykers, che è a letto ammalato. I due uomini progettano di uccidere il bambino appena Sykers starà meglio

30) Nancy va a casa del sig. Brownlow e parla con la governante: scagiona Oliver e dà un appuntamento all’uomo, la domenica a mezzanotte sul ponte di Londra

31) Nancy, elusa la sorveglianza di Sykers, esce di casa

Nancy continua nella recita (inziata nella sequenza 18) e con uno stratagemma riesce ad uscire di csa. Se la prima era al servizio dei ladruncoli, questa porta verso la salvezza di Oliver.

32) Fagin va in una locanda e chiede a Dodger di pedinare Nancy

33) Nancy si incontra sul ponte di Londra con il sig. Brownlow e gli chiede di denunciare subito Fagin. Dodger ascolta la loro conversazione

Si deve principalmente a questa impostazione, tutta polanskiana, la costante tensione che per più di due ore tiene lo spettatore incollato alla propria poltrona. La struttura del film infatti, sia per quanto riguarda le scelte formali, sia per la caratterizzazione dei personaggi, tende costantemente verso l’horror, non come scelta di genere, ma come giustificazione storica e artistica alla follia della leggi ferine che sottostanno alla società messa in scena. Da questo punto di vista Oliver Twist è la continuazione de Il pianista perché nei due film la presenza del Male è ovunque e sembra essere una ragione stessa dell’esistenza, ed è parte integrante della Storia e non più solamente un’oscura vicenda in seno alla società borghese, come avviene, ad esempio, nella tragica situazione di coppia in Rosemary’s Baby.

34) Dodger racconta  a Fagin e Snykers della denuncia di Nancy

35) Snykers infuriato si aggira per le strade di Londra

36) Fagin manda via i ragazzi. Poi prende i soldi e i gioielli che tiene nascosti nel pavimento, trascina fuori Oliver dal letto e se ne va con lui

37) Snykers torna a casa e percuote selvaggiamente Nancy

38) Nancy è morta. Fagin e Snykers sono ricercati dalla polizia

39) Snykers fugge in campagna. Poi d’impulso decide di tornare in città: chiederà dei soldi a Fening e poi andrà in Francia


40) Ovunque si legge che Snykers è ricercato, viene segnalata anche la presenza del suo cane

41) Il cane è troppo riconoscibile e Snykers tenta di annegarlo ma l’animale riesce a fuggire

42) Al commissariato il signor Brownlow protesta perché viene ricercato solo Snykers ma non si fa niente per Oliver. La tensione si attenua quando arriva la notizia del ritrovamento del cane

43) Snykers si reca nel nuovo rifugio della banda e viene fatto entrare

44) Il cane, seguito da una folla furiosa, trova la via del covo


45) Snykers tenta di fuggire, usando Oliver come scudo, ma si impicca involontariamente e rimane a ciondolare in aria

46) Finalmente Oliver si ricongiunge con il sig. Brownlow

47) Oliver in compagnia del sig. Brownlow va in carcere a trovare Faning, che ormai prossimo alla morte è fuori di senno. Oliver piange e lo invita a pregare

Oliver Twist  con la sua capacità  di non farsi mai contaminare  dal male in cui è invischiato, dimostra che la coscienza trascende qualsiasi condizione sociale disagiata e disgraziata. Questo è il compito che gli ha attribuito il suo creatore: di mostrare che la fondamentale bontà della natura umana resiste alle esperienze peggiori. E infatti, quando Fagin è in carcere in attesa d’essere impiccato, Oliver piange sulla sorte di quello che è stato uno dei suoi persecutori sottintendendo che il modo giusto di guardare il prossimo non è quello di dividerlo fra buoni e cattivi.  Nel romanzo, invece, tutto si risolve in una esortazione a pregare insieme. Nel film, con dolcezza e rammarico Oliver gli dice: “Siete stato gentile con me”, anche se il vecchio  non sembra ascoltarlo, pensa solo a sé, e alla corda che l’aspetta.

48) Oliver e Brownlow escono dal carcere, salgono su una carrozza, si guardano, poi l’uomo anziano abbraccia il ragazzino


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