venerdì 25 settembre 2009

IL CACCIATORE DI AQUILONI

Un film di Marc Forster
Soggetto: dal romanzo omonimo di Khaled Hosseini
Sceneggiatura: David  Benioff
Fotografia: Roberto Schaefer
Musica: Alberto Iglesias
Montaggio: Matt Chesse
Scenografia: Carlos Conti
Interpreti: Khalid Abdalla (Amir), Ahmad Khan Mahmidzada (Hassan), Zekeria Ebrahimi (Amir bambino), Homayon Ershadi (Baba), Shaun Toub (Rahim Kahn), Atossa Leoni (Soraya), Nabi Tanha (Ali), Abdul Qadir Farookh (Generale Iqbal Taheri), Ali Danesh Bakhtyari (Sohrab)
Produzione: Macdonald/Parkes Productions
Origine: USA
Anno di edizione: 2008
Durata: 131’

Sinossi
E' un piacevole assolato pomeriggio a Kabul e i piccoli Amir, figlio di un notabile Pashtun, ed Hassan, il suo piccolo servitore Hazara, stanno partecipando ad una gara di aquiloni. Nonostante la vittoria, un atto di vigliaccheria segnerà la rottura dell'amicizia fraterna tra i due bambini. Venti anni dopo, Amir, che si è trasferito negli Stati Uniti, torna nel suo paese ormai governato dai Talebani per combattere i fantasmi del passato e ristabilire la giustizia.

ANALISI DEL FILM

1) San Francisco 2000

Un aquilone volteggia nel cielo e la mdp lo inquadra in panoramica seguendo i suoi armoniosi movimenti, poi scopre (di 3/4) il volto di un uomo. Il film si apre nel segno degli aquiloni, che non solo danno il titolo al fortunato romanzo di Khaled Hosseini, ma rappresentano l’asse portante di tutta la vicenda.

2) Le copie del romanzo e la telefonata di Rahim Khan

Appaiono presenti i segni della creazione più che quelli della riduzione cinematografica dentro Il cacciatore di aquiloni. Proprio all’inizio del film, Amir riceve una scatola contenente le copie del suo romanzo appena pubblicato. In seguito riceve una telefonata di un amico del padre che lo costringe necessariamente a confrontarsi con il proprio passato. Da quel momento c’è come uno stacco, un vuoto lunghissimo, in un viaggio indietro nel tempo di ventidue anni che riporta all’adolescenza del protagonista nella Kabul del 1978. Da questo momento c’è una consistente frattura spaziale e temporale. La narrazione di Il cacciatore di aquiloni segue, al tempo stesso, una traiettoria oggettivamente definita seguendo le linee dell’omonimo best-sellers di successo di Khaled Hosseini pubblicato nel 2003, che ha venduto oltre otto milioni di copie ed è stato tradotto in quarantanove paesi. Al tempo stesso però è presente nel film una dimensione anche soggettiva in cui Amir è come se rimettesse a fuoco le tracce di una propria memoria personale che riprende improvvisamente consistenza. La vicenda passata riacquista quindi forma sotto i suoi occhi, allo stesso modo in cui i frammenti della storia di Peter Pan acquistavano una loro, seppur parziale, ma visibile, definitezza in Neverland, uno dei migliori film del regista Marc Forster. La scena si chiude con Amir che guarda fuori dalla finestra: è il suo sguardo ci porta dentro la storia.

3) Kabul, Afghanistan 1978
Ancora un’aquilone che ora volteggia nel cielo dell’Afghanistan nel 1978. Un gruppo di bambini sta giocando con gli aquiloni, risulterà vincitore quello che riesce a tagliare il filo all’avversario. La vittoria va ad uno dei due contendenti, a questo punto entra in scena il cacciatore, che capisce dove tira il vento e dove l'aquilone atterrerà senza bisogno di guardare il cielo. Tra i tanti bambini presenti il regista ne segue due: Amir e Hassan. Quest’ultimo prende una direzione opposta rispetto agli altri e si avventura per le strade di Kabul, seguito da uno scettico Amir. Vengono presentati così i protagonisti della vicenda: Amir, seduto in disparte, veste abiti occidentali e sembra più timido e tranquillo rispetto all’amico Hassan che indossa indumenti più poveri  ma che appare più allegro e determinato dell’altro. Si allude anche all’amicizia incondizionata di Hassan per Amir, per quest’ultimo sarebbe disposto a mangiare il fango.

4) Il padre di Amir dà i soldi per costruire un orfanatrofio
Entra in scena il padre di Amir, Baba un facoltoso uomo d’affari, insieme a lui è presente nella scena Rahim Khan. Subito si accenna alla corruzione che regna in Afghanistan. Nel ruolo di Baba riconosciamo Homayoun Ershadi, interprete del fortunato Il sapore della ciliegia di Abbas Kiarostami, vincitore nel 1996 della Palma d’Oro al Festival del Cinema di Cannes.

5) Hassan e Amir stanno tornando a casa
Hassan è convinto che Amir possa vincere la gara degli aquiloni e incita l’amico a partecipare.

6) Le notizie alla radio
L'ultimo periodo di stabilità dell'Afghanistan si colloca tra il 1933 e il 1973, quando la nazione era sotto il governo di Re Zahir Shah. Nel luglio 1973, però, il cognato di Zahir, Sardar Mohammed Daoud prese il potere un colpo di stato incruento, il re andò in esilio in Italia e venne proclamata la repubblica. Daoud e tutta la sua famiglia vennero assassinati nel 1978, quando il Partito Democratico Popolare dell'Afghanistan (comunista), prese il potere con un colpo di stato (27 aprile). Nella prima parte del film, come si vede in questa scena, gli avvenimenti politici che poi sconvolgeranno il paese sono brevemente accennati, l’asse portante della storia è il rapporto tra Hassan e Amir.

7) Amir e Hassan arrivano a casa
L’audio della radio prosegue mentre i due bambini entrano nello stesso giardino. La maccina da presa con un dolly sale verso l’alto e inquadra i due che una volta entrati si separano: Amir entra nella bella abitazione a due piani, Hassan corre verso la piccola casa dei servitori.

8) Amir entra in casa
Baba e Rahim Khan sono preoccupati per la situazione politica. Amir entra in casa e i due uomini non si accorgono della sua presenza. Il padre dà un giudizio poco lusinghiero sul figlio, lo considera un debole incapace di difendersi, che spesso si nasconde dietro l’esuberanza di Hassan. Amir sente il commento del padre. Rahim Khan non condivide le opinioni di Baba.

9) Amir nella sua camera sta scrivendo
Rahim Khan va a trovare Amir e vuole leggere la sua storia. Amir è convinto che il padre lo odi perché sua madre è morta dandolo alla luce. L’amico di famiglia lo conforta. La stanza poco illuminata, l’ambiente piccolo e la dolcezza delle parole di Rahim Khan danno alla scena il tono della confessione e del conforto, indubbiamente l’uomo sa comprendere Amir meglio del padre.

10) Hassan e il cane
Hassan non vorrebbe colpire un cane con la fionda e lo fa dietro le insistenze di Amir, che sembra riprendere le parole del padre: se lo colpisci imparerà a difendersi. Amir ha avuto la paghetta settimanale e i due vanno al cinema a vedere I magnifici sette.

11) Al cinema
Seduti in platea i due ripetono a memoria le battute del film.

12) L’incontro con Assef
All’uscita del cinema vengono aprostrofati da Assef e dai suoi amici Wali e Kamal, il gruppo se la prende con Hassan perché è di etnia Pashtun (è figlio di Alì il servitore di casa), mentre Amir è un Hazara. La Storia vuole che per secoli i Pashtun (sunniti) abbiano perseguitato gli Hazara perché appartenenti alla etnia degli sciiti. Gli Hazara venivano chiamati nasipiatti, asini da soma, mangiagatti, e venivano perseguitati. Dando prova di grande coraggio Hassan inforca la fionda e manda via i tre bulli. E’ questa una scena molto importante all’interno del film perché per la prima volta veniamo in contatto con quelle tensioni politiche che daranno vita a quella guerra fraticida che dà lì a pochi anni devasterà il paese.

13) La lettera di Rahim Khan
Amir fa colazione servito da Hassan, quando riceve una lettera con i complimenti di Rahim Khan per la storia che ha scritto. Amir la racconta ad Hassan: un uomo molto povero ha scoperto che le sue lacrime diventano perle, per questo uccide la moglie, così piange e diventa ricco. Ancora una volta Hassan dà prova della sua concretezza e si chiede come mai l’uomo non abbia usato la cipolla.

14) Baba e i Mullah
Baba è molto critico verso i Mullah che considera delle “scimmie” capaci solo di sgranare dei rosai e pregare in una lingua che nemmeno conoscono. Per Baba l’unico peccato è rubare, un grave peccato se la situazione dell’Afghanistan è quella della scena quattro, in cui si è parlato di corruzione. Poi il padre estende il concetto in modo più ampio, uccidere è rubare ad un uomo la sua vita, mentire è rubare la verità a qualcuno. Durante la conversazione tra padre e figlio il regista inquadra in giardino Hassan che sta dando da mangiare agli animali, anche lui sarà vittima di una mancata verità e anche alla sua vita viene rubato qualcosa di importante, ma questi elementi verranno sviluppati in seguito.

15) Per il suo compleanno Hassan riceve da Amir una nuova fionda


16) L’albero di melograno
Amir scrive sulla corteccia dell’albero “Amir e Hassan i sultani di Kabul”. Assan è analfabeta e per lui Amir legge sempre (su richiesta dell’amico) lo stesso racconto: la storia di Rostam e Sohrab tratto da Shahnamab/il Libro dei Re un poema epico persiano del decimo secolo.

17) Il regalo di Baba
Baba va prendere i due con la nuova auto,una Ford Mustang come quella che Steve McQueen guida in Bullit. Fa salire davanti Hassan e gli promette un regalo. I tre vanno in un negozio e ad Hassan viene donato un bellissimo aquilone. Per poter entrare nelle maglie commoventi di quest’opera bisognerebbe avere l'ingenuità dei nostri nonni o dei nostri genitori. Quelli che andavano al cinema negli anni ‘40, ‘50 e ‘60 ci hanno sempre detto che attraverso i film hanno imparato a conoscere il mondo. Il cinema era un'occasione unica e importante per apprendere l'esistenza di culture lontane e di mondi ancora molto esotici. Oggi, che le informazioni attraversano il pianeta, non è più così. Eppure il regista Marc Forster mette in scena questa storia come se a guardarla fossero gli spettatori di tanti anni fa. L’immagine di Kabul negli anni Settanta è per noi una scoperta, perchè il film restituisce l’immagine di una capitale  viva, con la gente che passeggia per le strade, che va al mercato, che vive, va a scuola e lavora in tutta tranquillità. Certo sono presenti le contraddizioni di un mondo ancora diviso in caste, con forti contrasti sociali e una netta divisione tra i poveri e i ricchi, ma tutto questo genera una bella sorpresa, tanto siamo abituati, quotidinamente, a vedere questa città martoriata dalla guerra.

18) Hassam e Amir si preparano per la gara degli aquiloni

19) La sera prima della gara

Mentre fuori nevica Amir, il padre e Rahim Khan stanno cenando, serviti da Alì e dal figlio Hassan. Baba, uomo intransigente e sicuro di sé, fa sfoggio del suo passato di campione e annuncia trionfante che, da giovane, in una gara ha abbattuto quattordici aquiloni. Le sue parole generano scetticismo in Rahim Khan che lo invita a mangiare.

20) I ragazzi di Kabul si preparano per la gara degli aquiloni
Fin dall’inizio della lavorazione de Il cacciatore di aquiloni, la produzione ha dovuto fare i conti con una domanda cruciale: dove girare il film? La storia richiedeva una ricostruzione totale di diversi mondi non più esistenti, tra cui la vivacissima Kabul degli anni ’70, animata da tante culture diverse che vi coesistevano in pace e libertà, e la Kabul del 2000, sotto il regime dei talebani. Ma dove era possibile trovare i paesaggi, l’architettura e i panorami di questa città vecchia di 3000 anni, unica città di frontiera della Via della Seta? E quale luogo permetteva al contempo di soddisfare le esigenze logistiche di una grande produzione cinematografica? Dopo un anno di ricerche il luogo più simile a Kabul si è trovato in Asia centrale, nella vasta e scarsamente popolata provincia dello Xinjiang. Un territorio affascinante e deserto, tra le antiche città di Kashgar e Tashkurgan, che ricordava molto da vicino l’Afghanistan, che non a caso è a pochi chilometri dal confine cinese. Quella remota sezione della mitica Via della Seta (che un tempo collegava l’Impero romano a quello cinese) è oggi un’area musulmana in seno alla società cinese, caratterizzata da forti influenze indiane e persiane.

21) Amir e Hassan escono di casa
 
22) La gara
Forster, grazie anche alla sceneggiatura di David Benioff (lo stesso della 25° ora di Spike Lee, film tratto dal suo romanzo) ha recuperato un’instintiva immediatezza combinando efficacemente la spettacolarità del cinema hollywoodiano con forme quasi (neo)realistiche in cui gli eventi, seppur ricostruiti, sembrano dispiegarsi naturalmente davanti alla macchina da presa. I giovanissimi attori protagonisti, infatti, sono entrambi non professionisti, mentre il film è stato girato in lingua Dari (una delle più parlate in Afghanistan) proprio per poter conservare una propria verità (questo ovviamente non è comprensibile nella versione italiana). E’ in questa lunga sequenza che il film cerca una perfetta aderenza con il romanzo per mantenere intatta la forza di questa storia. Si sente una forte tensione nel ridare forma al rapporto tra Amir e il padre, nel legame tra i due ragazzini e soprattutto nel momento della gara degli aquiloni c’è un climax degno di un film sportivo. Il regista sottolinea con avvolgenti movimenti della macchina da presa i tre momenti fondamentali della gara: gli aquiloni che volteggiano in cielo, Amir e Hassan che gareggiano e infine Rahim Khan e Baba che guardano la gara da un terrazzo. Loro sono i protagonisti. In altri momenti, però, utilizza il campo medio per cogliere sia l’emozione e lo sforzo dei bambini sia le fasi del gioco da terra, come nel caso di Omar. Non vanno poi dimenticate le scene corali in cui tanti abitanti di Kabul assistono alla gara e non si può non pensare che anche questo venne proibito dai Talebani. Arrivati all’ultimo aquilone Amir riesce a sconfiggere l’avversario e a vincere la gara. Hassan corre a prendere l’aquilone abbattuto e con la solita determinazione dice ad Amir che lo farebbe “per un milione di volte”. Se la sequenza è raccontata  realisticamente, una parte di essa è stata elaborata con moderni effetti speciali. In particolare i momenti in cui gli aquiloni volteggiano in cielo o sopra la città sono stati creati digitalmente con il computer.

23) Amir cerca Hassan
Amir cerca Hassan, chiede notizie ad un vecchio e scopre che l’amico è stato rincorso da un gruppo di ragazzi grandi.

24) L’aggressione ad Hassan
Amir spia Assef e i suoi amici Wali e Kamal che vogliono prendere l’aquilone ad Hassan. Nonostante le provocazioni il ragazzo si rifuta di darglielo in nome della sua amicizia verso Amir. Hassan viene aggredito e gettato per terra.

25) Amir fugge via
Amir fugge via lungo le strette strade del quartiere che assomigliano ad una sorta di tunnel e con questa scelta visiva la regia sembra quasi suggerire il lungo periodo di senso di colpa che il ragazzo si porterà dietro per buona parte della sua vita.

26) Hassan viene violentato
A proposito della violenza al ragazzo, narrata dal regista con molto pudore, dice lo scrittore Khaled Hosseini: “l'ho usata come allegoria: Hassan rappresenta l'Afghanistan, Amir la comunità internazionale, che è rimasta a guardare senza muovere un dito mentre il mio Paese veniva violentato da un regime brutale dopo l'altro”.

27) Amir e Hassan si incontrano
Amir si nasconde quando vede fuggire gli altri, poco dopo arriva Hassan che piange e cammina claudicante, sulla neve cadono delle macchie di sangue. Proprio la scena dello stupro ha aizzato le ire del governo afgano che ha vietato, per bocca dell'Afghan film (istituzione statale che si occupa della censura delle pellicole), la distribuzione nel Paese perché “certe scene sono discutibili e inaccettabili per alcune persone e potrebbero provocare reazioni e problemi per il governo e la popolazione”. Non finisce qui: i due piccoli protagonisti, Zekiria Ebrahimi e Ahmad Khan Mahmoodzada, sono stati minacciati, messi sorto protezione e, pare, costretti ad abbandonare l'Afghanistan insieme alle loro famiglie.

28) Il ritorno a casa di Amir
Quando la sera Amir arriva a casa il padre lo abbraccia soddisfatto, ora è molto orgoglioso per l’impresa del figlio.

29) Hassan è ammalato

Sono passate alcune settimane dal giorno della violenza e Hassan non sta bene, fa il suo lavoro ma poi torna a letto. Il padre Alì chiede notizie ad Amir che risponde con irritazione. 

30) Baba chiede notizie di Hassan
Baba chiede notizie di Hassan, perché vorrebbe portare i ragazzi al cinema a vedere El Cid, Amir risponde che l’amico è malato. Il padre si è accorto che tra i due ragazzi qualcosa non va e chiede al figlio di chiarire la situazione perchè: “il tempo inasprisce le cose”. I due sono nella stessa stanza ma per sottolineare la distanza emotiva che li separa la scena viene ripresa dal regista inquadrando prima il padre e poi il figlio che si scambiano le battute, solo alla fine della scena vediamo Baba sfuocato sullo sfondo e Amir in primo piano che rimane colpito dalle parole del padre.

31) L’albero di melograno
Hassan vorrebbe imparare a leggere e prova con un libro per bambini piccoli. Arriva Amir e dice che non gli leggerà più le sue storie, poi lo colpisce con i melograni e lo chiama vigliacco. Hassan non risponde e si spacca un frutto sul volto. Il senso di colpa di Hassan si traduce in rabbia verso l’amico e segna il definitivo allontanamento dei due. In una sorta di ribaltamento emotivo della scena 16, Amir e Hassan non sono più i sultanti di Kabul.

32) I preparativi per la festa
A casa fervono i preparativi per la festa di compleanno di Amir. Amir chiede al padre se ha mai deciso di prendere altri domestici al posto di Alì e Hassan. La reazione dell’uomo è rabbiosa: scende imperioso la scala, si avvicina al figlio e gli ricorda che il servitore è in quella casa da quarant’anni e non ha nessuna intenzione di mandarlo via. La scena è ripresa in campo controcampo con i due personaggi che si fronteggiano. Poi Baba torna a salire gli scalini e dall’alto si fa minaccioso, se Amir dirà ancora qualcosa del genere alzerà le mani su di lui. Ribadisce di nuovo che Hassan non andrà da nessuna parte e il regista sottolinea l’importanza della battuta inquadrandolo in primo piano. Scopriremo in seguito l’importanza che nella vita di Baba ricopre Hassan. E’ certo che al momento i rapporti tra Amir e suo figlio sono tornati tesi e sembrano lontani i tempi della gara con gli aquiloni.

33) La sera della festa
La sera del compleanno la casa è piena di invitati e un’orchestrina suona mentre gli ospiti ballano. Alì regala ad Amir un libro. Alla festa si presenta anche Assef con il padre, il ragazzo lo ringrazia freddamente  e se ne va. Amir è solo in un angolo del giardino quando viene raggiunto da Rahim Khan che lo invita a confidarsi e gli regala un quaderno su cui scrivere le sue storie.
Dissolvenza. Hassan serve da bere ad Assef, Amir lo guarda.

Dissolvenza

34) Amir nasconde l’orologio

Amir vede uscire Alì e Hassan che vanno al mercato. Va dal padre e lo avverte che non trova più l’orologio che fino al mattino era sul tavolo. Amir va a nasconderlo nel letto di Hassan. Il regista segue il percorso del ragazzo con un carrello, poi in dettaglio riprende la mano di Amir che nasconde l’orologio sotto il cuscino.

35) Alì decide di andarsene
Tornati dal mercato i due servitori vengono chiamati da Baba e Hassan, pur essendo innocente, ammette di aver rubato l’orologio. Baba lo perdona, Amir guarda il padre sorpreso ma Alì decide di andarsene con il figlio. Baba non vuole ma i due se ne vadano.

36) Amir e Baba gli guardano allontanarsi
Amir e Baba guardano Hassan e Alì allontanarsi dalla loro casa. Simbolico l’allontanamento dei due che segna metaforicamente la divisione tra le due etnie (Pashtun e Hazara) che fino ad allora avevano vissuto, in relativa, in armonia.

37) Invasione sovietica 1979
Baba decide di fuggire in Pakistan con il figlio e lascia la casa in custodia a Rahim Khan. Tornerà quando gli invasori se ne sono andati.

Dissolvenza

38) La fuga con il camion

A bordo in un camion vengono fermati dai militari russi. Uno di loro per farli passare vuole appartarsi con una donna. Baba si oppone, in nome del rispetto. Il soldato sta per sparargli quando arriva un ufficiale e l’episodio si chiude. Ancora una volta Baba dà prova del suo coraggio e della sua determinazione.

39) La fuga nell’autocisterna
Prima di salire Baba raccoglie un po’ di terra afgana e la mette in una scatolina. All’interno è buio e solo la luce dell’orologio rischiara l’ambiente. Per trovare il coraggio necessario il padre invita Amir a recitare una poesia. “Se ci addormentiamo siamo i Suoi angeli dormienti e se ci svegliamo noi siamo nelle Sue mani. Se piangiamo siamo la Sua nuvola piena di pioggia e se ridiamo siamo il Suo fulmine improvviso. Se siamo nel furore della battaglia è il riflesso della Sua collera e se siamo nella pace e nel perdono è il riflesso del Suo amore. Chi siamo noi in questo mondo complicato?” La poesia recitata è di Gialal ad-Din Rumi. Rumi è un poeta nato a Balkh, entro i confini dell’attuale Afghanistan, nel Khorasan storico, il 30 settembre del 1207 dell’era cristiana. La sua nazionalità viene contesa fra afgani, iraniani e turchi, ma ha scritto in lingua persiana. Era figlio di Baha ad-Din Valad, soprannominato il Sultano dei Sapienti, mistico anch’egli. All’età di cinque anni, in seguito all’invasione mongola operata da Gengis Khan (1220) si rifugiò a Nishapur, in Iran, dove conobbe il grande poeta mistico Farid ad din Attar, il quale gli offrì il Libro dei Segreti e gli predisse una brillante carriera di maestro spirituale. Dopo il pellegrinaggio alla Mecca si stabilì in Turchia.

Dissolvenza

Fremont California 1988

40) Baba lavora ad una pompa di benzina

Baba è invecchiato, ha i capelli brizzolati ma ancora ammira le auto veloci.

41) Amir ha finito il college e Baba assiste commosso alla cerimonia del diploma

Una delle sfide più complesse che lo sceneggiatore Benioff ha dovuto affrontare è stata la riduzione della lunga catena di eventi che si snodano lungo 30 anni della vita di Amir in un film della durata di due ore. “I salti temporali sono difficili da gestire, spiega lo sceneggiatore, nel libro vediamo Amir in molte età della sua vita. Ma io ho deciso fin da subito che volevo solo due attori per interpretare il suo personaggio. Usandone più di due, si sarebbe perso il rapporto tra il pubblico e questo meraviglioso personaggio. Fortunatamente, il nucleo centrale della storia di Khaled è talmente forte da mantenere la sua potenza anche a dispetto delle restrizioni di tempo e di spazio tipiche del formato della sceneggiatura”. Khaled Hosseini è rimasto molto colpito dal modo in cui lo sceneggiatore ha reinventato la sua storia. “Tanto di cappello a David - dice lo scrittore -. Il mio romanzo è, per la sua stessa struttura, molto difficile da sceneggiare. Ci sono dei flashback, c’è il problema dell’età dei personaggi e poi si passa da una Kabul cosmopolita e vivace alla desolata città semidistrutta che Amir trova al suo ritorno. Ma David ce l’ha fatta e quando ho letto l’ultima versione del copione mi sono detto: “Questo sarà un film bellissimo”.

42) Amir e Baba festeggiano
La sera in un bar padre e figlio festeggiano il diploma. Baba paga da bere a tutti gli avventori presenti nel locale. Baba vuole che il figlio faccia il medico, Amir invece vuole fare lo scrittore. Il giovane sembra ancora intimidito dalla forte personalità del padre.

43) Amir conosce Soraya
Al mercato Amir e Baba vendono oggetti usati. Il padre presenta al figlio il generale Iqbal Taheri, che ironizza sulla sua futura professione di scrittore, ma Amir sembra più interessato a Soraya, la figlia del militare. Anche Baba si accorge che il ragazzo è rimasto colpito dalla giovane donna.

44) Amir scrive una storia
Padre e figlio ora abitano in una casa modesta, i bei tempi di Kabul, quando vivevano nella ricchezza, sono finiti per sempre. Amir non ha comunque rinunciato ai suoi sogni e nonostante lo scetticismo del padre continua a scrivere.

45) Al mercato
Amir mentre lavora al mercato con una scusa si allontana e va al banco di Soraya. La ragazza vorrebbe leggere uno dei racconti di Amir. In questa scena si nota come la comunità afgana che vive in esilio negli Stati Uniti sia ancora attaccata  alle tradizioni del paese di origine. Il padre, che ha intuito l’interesse di Amir per Soraya, lo esorta a non metterlo in difficoltà, perché il generale è un vero Pashtun.

46) Amir scrive e il padre legge il giornale

47) Baba ha un malore

48) Amir porta il suo  racconto a Soraya

Amir porta un racconto a Soraya, il generale sopraggiunge alle sue spalle e getta il manoscritto in una scatola. Il ragazzo torna dal padre che poco dopo ha un forte attacco di tosse.

49) La visita in ospedale
Baba viene visitato da un medico, ma quando scopre che è di origini russe fugge via.

50) Un nuovo medico
Viene visitato da un nuovo medico, ma al momento del responso delle analisi Baba manda fuori dall’ambulatorio Amir.

51) Il corridoio dell’ospedale

Mentre padre e figlio si allontanano nel corridoio, si sente in voce over Amir che legge uno dei suoi racconti, ambientato a Kabul.

52) Baba è ricoverato in ospedale

Amir finisce leggere il racconto, intitolato I sultani di Kabul, al padre che ora è ricoverato in ospedale. A Baba non piace il finale ma Amir decide di finirlo a modo suo. Scrivere per lui è talmente importante che gli dà la forza per opporsi al padre. Il generale Iqbal Taheri e la famiglia vengono a trovare Baba. Amir esce dalla stanza.

53) Soraya e Amir
Soraya raggiunge Amir lo conforta e poi si complimenta per il suo racconto .

54) La richiesta di matrimonio

Baba è tornato a casa e Amir vuole che il padre chieda al generale la mano della figlia.

55) La richiesta di matrimonio

Il giorno dopo Amir si fidanza con Soraya. La ragazza confessa al giovane una precedente relazione: a 18 anni è fuggita di casa e ha vissuto con un uomo, fino a quando il padre non è andata a riprendersela. Allora abitava in Virginia e a causa dello scandalo nella comunità afgana, la famiglia è dovuta fuggire in California. I due passeggiano vicino a casa, seguiti dalla madre di lei.

56) Il matrimonio di Soraya e Amir

57) Baba muore

Soraya e Amir guardano le foto del matrimonio, poi Baba sempre più sofferente, chiede di essere portato a letto. Prima di addormentarsi bacia il figlio, la nuora e la scatola con la terra che aveva raccolto in Afghanistan.

Schermo al nero

58) La sepoltura di Baba

Il giorno del funerale intorno alla bara di Baba sono presenti sono gli uomini. Le donne sono in disparte

Dissolvenza

59) Amir è ancora al telefono

Termina il lungo flash back sulla vita di Amir e lui è ancora al telefono con Rahim Khan, come nella scena due. Su un tavolo è appoggiato il suo libro che si intitola A Season for Ashes/La stagione delle ceneri. Amir decide di andare in Pakistan.

Dissolvenza

60) Amir è a Peshawar in Pakistan

Il taxista ribadisce la difficile situazione in cui versa il suo paese.

61) Amir incontra Rahim Khan
Anche Rahim Khan è fuggito da Kabul per colpa dei Talebani. Amir ha portato all’amico il suo libro, che è dedicato proprio a lui; il giovane scrittore vorrebbe portarlo in America a curarsi. Terminati i convenevoli Rahim Khan informa Amir che Hassan è morto e che suo figlio Sohrab è finito in un orfanatrofio. Hassan in questi anni ha imparato a leggere e scrivere e l’uomo consegna ad Amir una lettera che il servitore ha scritto proprio a lui. Poi la notizia più sconvolgente: Hassan era suo fratello e Sohrab è suo nipote. Amir deve andare a prenderlo. La scena si chiude con la frase di Rahim Khan: “C’è un modo per tornare ad essere buoni e per rimediare al passato”.

62) Amir legge la lettera di Hassan
Amir commosso legge la lettera di Hassan e lo rivede bambino con l’aquilone in mano.

63) Telefona alla moglie

64) In viaggio verso l’Afghanistan

Inizia il viaggio di Amir verso la sua redenzione. Come ha detto lo scrittore Hosseini: “Sono ancora esterrefatto dal modo in cui i lettori hanno reagito al mio romanzo – dice – ma credo che dipenda dal fatto che la storia ruoti attorno a un nucleo di intense emozioni, nelle quali chiunque può immedesimarsi. I temi della colpa, dell’amicizia, del perdono, della perdita, del desiderio di redenzione e di miglioramento di sé non sono temi solamente afgani, ma esperienze umane universali, che prescindono dall’identità etnica, culturale o religiosa”.
L’arrivo nel paese natale è per Amir scioccante: ovunque rovine, persone impiccate lungo le strade, altre costrette ai commerci più umilianti come vendere la protesi di una gamba per poter mangiare. Amir è talmente impreparato alla nuova situazione che non abbassa lo sguardo al passaggio di un camion di Talebani. Durante il viaggio l’autista dice ad Amir: “tu sei sempre stato un turista nel tuo paese”, e questo è un altro senso di colpa che ha sempre avuto lo scrittore Hosseini: “Mi perseguita sin dall'infanzia. Non è facile nascere ricchi e privilegiati in un Paese del Terzo mondo dove opulenza e povertà assoluta convivono l'una accanto all'altra. E la gente muore mentre tu fai feste”.

65) All’orfanatrofio
Sorhab non è all’orfanatrofio è stato portato via da un ufficiale talebano. Troveranno il militare allo stadio.

66) Amir si ferma davanti alla sua vecchia casa

67) L’albero di melograno

Amir sfiora con la mano il tronco dell’albero, dove un tempo ha scritto: “Amir e Hassan i sultani di Kabul”. Amir con la barba finta cela la propria identità, non solo per integrarsi con gli altri uomini, ma per liberarsi del senso di colpa che lo ha condizionato a lungo. In fondo si nasconde per rinascere.

68) Allo stadio
Interrotta la partita entrano dei camion con degli uomini. Il film dà una visione molto realistica dell’Afghanistan talebano con le pubbliche lapidazioni di adultere in burka. Amir riesce ad ottenere un appuntamento con il talebano che ha preso Sohrab. Un altro talebano vestito di bianco lo guarda insistentemente.

Dissolvenza

69) L’autista porta Amir davanti alla casa del talebano

Amir entra da solo nella dimora.

70) Nella casa del talebano
Arriva il talebano vestito di bianco e fa togliere la finta barba ad Amir. Amir chiede subito notizie di Sohrab. Arriva il bambino annunciato da una musica, il piccolo con lo sguardo assente sembra capace solo di danzare. Vengono mandati via gli uomini della scorta e il talebano cela la sua identità: è Assef. Come successo nella scena dello stupro di Hassan, alla richiesta di portare via il bambino, Assef nuovamente dice la frase: “tutto ha un prezzo”, accende la musica e comincia a picchiare selvaggiamente Amir. Sohrab colpisce con la fionda Assef. Amir e Sohrab riescono a fuggire.

Dissolvenza

71) Con dei soldi dati ad militare riescono a passare il confine

72) Tornano nella casa di Rahim Khan

Rahim Khan se n’è andato, Sohrab è triste e silenzioso.

73) Sohrab è scomparso
La mattina dopo Sohrab non è in casa, Amir esce a cercarlo. Crede di vederlo entrare in una moschea, poi si ferma a pregare.

74) Sohrab lo aspetta davanti a casa
Il bambino scioccato per le terribili esperienze subite in Afghanistan ha bisogno di essere tranquillizzato da Amir. Ha paura di dimenticare il volto dei genitori, allora Amir gli mostra la foto di lui con il padre.

75) Amir e Sohrab Arrivano negli Stati Uniti
Sohrab conosce Soraya.

76) A casa
I tre arrivano a casa e Soraya porta Sohrab nella sua nuova cameretta. Il bambino si stende sul letto: non sorride, non ringrazia e non guarda nessuno negli occhi.

77) La cena con i suoceri
L’arrivo di un bambino Hazara in casa della figlia preoccupa il generale Iqbal Taheri, che non sa come spiegare questa presenza alla comunità afgana che vive negli Stati Uniti. Amir, pacato ma determinato, spiega all’uomo che il piccolo è suo nipote e lo prega di chiamarlo per nome e di non alludere più all’etnia di appartenenza di Shorab. Quello che ha subito in Afghanistan e la paternità “putativa” di Shorab permettono ad Amir di confrontarsi con le forti figure maschili che tanta importanza hanno avuto nella sa vita. Lo scrittore non è più intimidito dal suocero (che tanto somiglia nei modi a Baba), ormai è cresciuto: è diventato coraggioso come voleva il padre e ha perso quel senso di colpa che non gli permetteva di vivere  pienamente la sua vita.

Dissolvenza

78) Nel parco

Il film si chiude nello stesso luogo in cui era iniziata la vicenda. In un parco Shorab guarda dei bambini che giocano con gli aquiloni. Amir ne compra uno e lo invita a giocare, raccontandogli che il padre era il miglior cacciatore di aquiloni di Kabul. Il bambino, dopo qualche perplessità, gioca con l’aquilone ed accenna ad un sorriso. Amir gareggia con due ragazzi e abbatte il loro aquilone.  Amir corre dietro all’aquilone che ha abbattuto, gridando a Shorab, la frase di Hassan: “Per te un milione di volte”. Dopo poco Shorab sembra andare a cercarlo.


PERCORSI DIDATTICI

1) La storia dell’Afghanistan

Approfondire la conoscenza del paese afgano sotto l’aspetto geografico e storico anche alla luce dei recenti tragici avvenimenti che hanno sconvolto il paese sia in passato che nel presente.

2) Il libro e il film

Letteratura e cinema: parola scritta e immagine, da sempre due linguaggi diversi. Mettere in relazione alcune pagine particolarmente significative del romanzo con le corrispondenti sequenze cinematografiche.

3) I personaggi
Descrivi brevemente le figure di Baba, Amir, Hassan e Rahim Khan.

4) Prova a riflettere sul valore dell’amicizia che può nascere, come succede ad Amir e Hassan, tra ragazzi che appartengono a etnie e classi sociali diverse

5) Perchè il loro rapporto entra in crisi


6) Analizza il significato dei due viaggi compiuti dal protagonista: il primo come fuga da una realtà che vuole dimenticare e come ricerca della sicurezza fisica, il secondo come propria redenzione

7) Il film è il dramma del rimorso che può accompagnare l’intera vita. Si può, riconoscendosi colpevoli e cercando di riparare al male fatto, ottenere il  perdono e riscattarsi

8) La tua critica
Scrivi una breve recensione del film




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