venerdì 25 settembre 2009

LITTLE MISS SUNSHINE

Un film di Jonathan Dayton e Valerie Faris
Soggetto e Sceneggiatura: Michael Arndt
Fotografia: Tim Suhrstedt
Musiche: Mychael Danna, brani musicali eseguiti dalla band DeVotchka    
Montaggio: Pamela Martin
Scenografia: Kalina Ivanov
Costumi: Nancy Steiner
Interpreti: Greg Kinnear (Richard), Toni Collette (Sheryl), Steve Carell (Frank), Alan Arkin (nonno), Abigail Breslin (Olive), Paul Dano (Dwayne).
Produzione: Big Beach Films
Origine: USA
Anno di edizione: 2006
Durta: 101’

Sinossi
Famiglia Hoover parte per la California dove la piccola Olive, sette anni, sogna di diventare reginetta di bellezza nel concorso che dà il titolo al film.

ANALISI DEL FILM

1) Olive guarda in televisione l’elezione di Miss America. Poi con il videoregistratore guarda e riguarda la scena e imita le mosse delle vincitici

La prima inquadratura del film, un primissimo piano, spetta ad Olive, la piccola di casa Hoover. Il suo sguardo in macchina con il riflesso della televisione sulle lenti degli occhiali introduce subito l’argomento che renderà possibile la vicenda narrata: l’elezione di una miss.

2) Richard, il padre, dà lezioni di autostima a pochi annoiati ascoltatori
Nella seconda sequenza viene presentato Richard Hoover, che pronuncia una delle frasi che definiscono il suo personaggio: “Il mondo si divide tra vincenti e perdenti”. Questa sua ossessione, tutta americana, per la conquista del successo, viene subito ridicolizzata dagli autori, quando con un efficace controcampo inquadrano i pochi ascoltatori. L’ironia sarà un’importante chiave di lettura del film.

3) Dwayne, il fratello, fa ginnastica in camera

4) Il nonno sniffa una polvere bianca

5) Al volante della macchina Sheryl, la madre, risponde al telefono

Sheryl fuma, non dimentichiamo che negli Stati Uniti è quasi un crimine, guida rispondendo al telefono e dice una bugia. La presentazione della madre, disegna una donna “sull’orlo di una crisi di nervi”.

6) In ospedale Frank il fratello di Sheryl viene dimesso dopo un tentativo di suicidio
Un'altra stilettata per la cultura a stelle e striscie: Frank viene dimesso perché l’assicurazione non paga il soggiorno in ospedale.

7) L’arrivo a casa, la cena e la vittoria di Olive
E’ questa una delle più importanti sequenze del film: si definiscono i personaggi e la vittoria di Olive diventa l’elemento fondamentale della vicenda.
Se nella sequenza 3 abbiamo visto Dwayne, il figlio, fare ginnastica ora scopriamo che ha fatto voto di non parlare fino a quando non avrà vinto il concorso per entrare nell’aviazione; Edwin il nonno si è fatto cacciare dall’ospizio; il padre continua a proclamarsi un guru della felicità; Frank, lo zio, è un omosessuale studioso di Proust che si è tagliato le vene dopo aver perso lavoro e fidanzato; Sheryl, infine, è semplicemente una mamma che tenta di convincersi e convincere gli altri che in famiglia va tutto bene, chiudendo un occhio e spesso anche due. In mezzo a tutto questo vortice di disperazione, l'unica scintilla arriva dal basso della piccola Olive, una bambina fissata con i concorsi di bellezza a cui capita di essere ammessa alla finale di Little Miss Sunshine. Il suo urlo di gioia suona quasi come un monito per gli adulti: è una sorta di campanello d’allarme con cui dovranno fare i conti. La famiglia seduta intorno al tavolo della cucina tenta di recitare la parte che la società moderna le ha assegnato. Gli Hoover di Albuquerque però sono un vero organismo vivente che non funziona in modo uguale in tutte le sue parti. I suoi organi hanno malattie, acciacchi, sono più o meno sviluppati. E’ un balbettio delirante, durante il quale i vari componenti del gruppo si esprimono ora con un linguaggio unico, ora in maniera autistica e introiettata. Ci troviamo, in sostanza, di fronte a un sistema impazzito e chiuso in se stesso. Questa sequenza genera un clima espressivo che si distende lungo tutto lo sviluppo della vicenda, anche se con il susseguirsi degli eventi questo clima avvelenato finisce per nascondersi in un sottotesto che con accortezza i due autori rendono sempre meno leggibile. Si assiste, dunque, ad una sorta di parodia tragica e scomposta dei meccanismi comportamentali del nucleo fondamentale della struttura sociale in cui noi occidentali viviamo. L’intento dei registi è da subito evidente: sconvolgere lo schema tipico della sitcom in chiave di teatrino della crudeltà. Se nelle prime sequenze la regia ha presentato i personaggi in modo molto classico, nella scena della preparazione della cena utilizzano la macchina a mano e la panoramica a schiaffo muovendosi quasi all’impazzata per raccontare questa singolare famiglia. Anche i movimenti di macchina sottolineano dunque la complessità psicologica nel quale si muove la famiglia Hoover.

8) Zio e nipote dormono nella stessa stanza
Dwayne, seguace delle teorie di Nietzsche e in rotta con tutti, ha deciso di restare muto e comunica esclusivamente tramite bigliettini e infatti scrive allo zio: “Benvenuto all’inferno” e ovviamente da spettatori non possiamo dargli torto.

Schermo al nero

9) A bordo di pulmino la famiglia viaggia verso Redondo Beach, California

Comincia il viaggio verso Redondo Beach (proprio quella cantata da Patty Smith in Horses) e basta salire sul pulmino per essere travolti dal tono fresco e divertito del film. Il viaggio verso la California si trasforma in un percorso verso i sogni di tutti i protagonisti, poiché l'intera trama è basata sulla dialettica tra vincenti e perdenti, tra chi riuscirà a realizzare il proprio sogno e chi si dovrà arrendere. Sotto il segno del desiderio di Olive di vincere il concorso di bellezza, si nascondono le aspirazioni degli altri che naufragheranno una alla volta durante il tragitto. A bordo dello scassato furgoncino, perfetto simbolo di una difficle realtà interiore, vengono fuori frustrazioni e idiosincrasie che mettono i rapporti interpersonali a dura prova, finché nel grottesco finale la famiglia si ricompatta. Infranto da tempo il sogno americano, ora si parla di «disfunzione americana» e lo sceneggiatore Michael Arndt vi getta uno sguardo ironico e divertito, raccontando con una certa verità l'odierna difficoltà di vivere. Tra tutti spicca la figura di nonno Edwin un vecchio sboccato che si è fatto cacciare dalla casa di riposo perché sorpreso a sniffare eroina. Nel piccolo gruppo di adulti, a suo modo, è quello più vitale, più attaccato al gusto e al piacere che la vita può offrire.

10) La famiglia si ferma a mangiare ad un autogrill
L'emblema del sogno americano da rincorrere a tutti i costi sembra essere rappresentato dal personaggio del capofamiglia Richard. Chi meglio di lui che per vivere tiene corsi motivazionali? Richard è convinto che si possa insegnare alla gente il segreto per essere vincenti. L’uomo si sente quasi investito da una missione e non si limita a impartire lezioni solamente agli allievi del suo corso, ma vuole inculcare il verbo del successo anche alla sua famiglia e rivolge le sue attenzioni soprattutto nei confronti della piccola Olive. Con fare poco elegante interrompe la spiegazione di Frank sull’origine dell’espressione francese “sul gelato a la mode” e contrappone alla visione culturale del cognato, la sua idea “vincente”: se mangi il gelato diventi grassa, e non potrai fare la miss, questo è quello che dice ad Olive. Scopriremo poi come quest’utlime parole hanno lsciato il segno sulla bambina.

11) Il padre al telefono continua a cercare l’agente che dovrebbe vendere il suo libro
Si rompe il furgone. Gli Hoover partono infarciti da una serie di stereotipi a stelle strisce e imbevuti di miti televisivi. Per tutto il film si respira, ad esempio, un clima appesantito dalla americanissima mentalità che rifiuta i perdenti come fossero appestati. Il padre di Olive tenta di vendere il suo manuale per vincenti in “9 passi”. Dwayne, il figlio, invece, vuole entrare in aeronautica per fare il pilota, onorando un vecchio e logoro cliché alla Top Gun. Perfino Olive, forse il personaggio più positivo di tutti, è influenzato da un classico mito della provincia Usa: il concorso di bellezza, la leggenda di Miss Universo.

12) La partenza con la spinta e poi tutti di corsa salgono a bordo
Il pulmino da simbolo della cultura hippie anni Sessanta/Settanta si trasforma nel film in metafora sullo sforzo di tenere a galla qualcosa, in questo caso un gruppo familiare seppur strano.

13) Durante il viaggio, Richard non riesce a rispondere alla telefonata del suo agente
Little Miss Sunshine è stato indubbiamente il film rivelazione del 2006, dopo il grande successo riscosso ai Festival di Locarno, Edimburgo, Deauville e al Sundance di Robert Redford, la denitiva affermazione è arrivata nella notte degli Oscar 2007. Su quattro nomination: miglior film (unica commedia in gara), miglior attore non protagonista, miglior attrice non protagonista (Abigail Breslin, nel ruolo di Olive) e miglior sceneggiatura originale, sono risultati vincitori, Alan Arkin (il nonno) e lo sceneggiatore Michael Arndt.

14) Gli Hoover di nuovo fermi ad una stazione di servizio
Mentre Richard prova a parlare con il suo agente, il cognato incontra casualmente l’ex amante. E’ il primo tra i rappresentanti della famiglia, e quello più duramente provato dalla vita, ha infatti appena tentato un suicido, ad imbattersi concretamente nella causa dei suoi problemi. Il suo sogno è ormai tramontato da tempo ma trovarsi l’amante di fronte non è certo piacevole. La vicenda che poteva scivolare verso il melodramma viene raccontata con una notevole vis comica, grazie all’acquisto delle riviste porno. I due registi seguono con affetto l’evoluzione dei loro personaggi e nel momento di crisi inseriscono sempre un momento comico, come in questo caso. L’imbarazzo provato da Frank fa assumere alla scena quel tono surreale che poi ritroveremo in altri momenti del film.

15) Ripartono ma dimenticano Olive

16) Tornano a prenderla

17) Ancora il viaggio

Genere cinematografico tipicamente americano, il Road-Movie si impone all'inizio degli anni Settanta in sintonia con l'esplosione della rivolta giovanile e dell'esigenza di affermare in modo ribelle e anticonformista il rifiuto della società borghese e dell'integrazione in essa. I road-movies raccontano quasi sempre la storia di un viaggio dove ciò che importa non è tanto la destinazione, che spesso si rivela un incontro con la morte, ma quello che si lascia alle spalle. Quasi sempre l'itinerario privilegiato del genere va dalla costa atlantica a quella del Pacifico (ripercorrendo così il tragitto classico dei pionieri ottocenteschi che colonizzarono le terre del West, anche se con uno spirito molto diverso) oppure ha come mitico punto d'arrivo il Messico. I road-movies sono girati quasi completamente in esterni sulle lunghe statali che si perdono all'orizzonte, con qualche pausa in luoghi caratteristici del genere, come pompe di benzina, ristoranti, motel, ecc..
La storia del cinema e` ricca di opere che hanno portato sullo schermo viaggi alla ricerca dell'io perduto. Nonostante la diversita` di temi e stili degli autori che si sono cimentati in questo genere, esistono alcuni topoi che ricorrono spesso nei film sotto forme diverse: una causa scatenante (spesso un evento banale, goccia che diviene elemento rivelatore di un malessere esistenziale latente), la ricerca del proprio io come motivazione del viaggio, l'istinto di evasione da una condizione divenuta insostenibile, la libertà come valore ritrovato, l`amicizia come preziosa riscoperta, il paesaggio come elemento decorativo, la musica come compagno di viaggio, il movimento come condizione errante...
Il capostipite letterario di questo genere potrebbe essere considerato il romanzo On the road di Jack Kerouac e quello cinematografico Easy Rider (D. Hopper, 1969), che per ammissione del regista è ispirato all'italiano Il sorpasso (D. Risi, 1962). Altri titoli importanti sono Punto Zero (R. Sarafian, 1970), Sugarland Express (S. Spielberg, 1975), Fandango (K. Reynolds, 1985), Thelma e Louise (R. Scott, 1991), Verso il sole (M. Cimino, 1997).

18) Si fermano in un motel. Olive va dormire con il nonno

19) Sheryl e Richard litigano

A proposito di questa scena, i due registi hanno affermato: “Bush è convinto (fa credere) che gli americani stiano bene, diversamente da com’è la situazione reale. Le famiglie solo apparentemente si considerano tali, in verità sono in piena crisi. La mentalità del vincitore si è rafforzata dopo l’11 settembre. Per la città di New York si aggiravano adesivi con scritto: “Siamo i numeri uno”. Dunque si può parlare di rafforzamento di un certo tipo di cultura. E i media non fanno nulla per contrastarla perché essi stessi veicolano questa mentalità. Il governo inoltre si sforza per tenere lontano da Bush chi lo contesta. Ciò che approda in tv è un’immagine non vera del paese”.

20) Le loro voci si sentono dalla camera del figlio e del fratello

21) Il nonno conforta Olive

L’umanità del nonno emerge attraverso queste parole: “Un vero perdente non è uno che non vince. Un vero perdente è uno che ha talmente paura di non vincere da non provarci neanche”. In questa frase c’è tutto il piccolo insegnamento che il film vuole trasmetterci. Non è importante arrivare primi o secondi, ma provare sempre a vivere, magari nel modo che più ci piace o attraverso le esperienze che ci gratificano.

22) Richard tenta di partire con il furgone ma non ci riesce

23) Frank guarda la foto dell’ex amante

24) Il nonno sniffa l’eroina

25) La madre fuma affacciata al balcone

La notte non sembra dare tregua ai nostri protagonisti, ciascuno di loro è perso dietro alle proprie ossessioni, ai propri rimpianti. Parafrasando il titolo di un film di Wim Wenders, potremo dire che gli Hoover appaiono “così vicini e così lontani” nelle loro fragilità.

26) Il padre viaggiando in motorino arriva alla sede del convegno e cerca il suo agente
La fotografia ha perso il tono realistico che fino ad ora ha permeato tutto il film e assume tonalità metalliche e artificiali. Nella sede del convegno tutto è apparenza, illusione, come i riflessi dell’acqua della piscina che rischiarano la notte e allora anche la scelta fotografica cambia e si va verso quel tono patinato, tipico della pubblicità. Il viaggio nel viaggio di Richard si conclude non solo metaforicamente nei saloni del grande albergo. Prima il percorso a bordo di un motorino, poi il suo vagare all’interno dei saloni e poi l’escamotage della telefonata che lo porta diritto da Stan. Nonostante questo la caparbietà dell’uomo è messa a dura prova dall’agente che annienta le sue speranze: la voglia di successo di Richard fallisce miseramente.

27) Il padre torna al motel
i due registi Jonathan Dayton e Valerie Faris (coppia anche nella vita) cercavano il soggetto giusto per approdare al cinema. I due alle spalle hanno innumerevoli video e documentari per artisti quali REM, Red Hot Chili Peppers, Jane’s Addiction, Smashing Pumpkins, Macy Gray, Janet Jackson, Oasis, Weezer, Ramones; hanno realizzato alcuni episodi della serie comica Mr. Show with Bob and David per la HBO, e hanno anche prodotto due film per il grande schermo; il documentario The Decline Of Western Civilization Part II: The Metal Years per la New Line Cinema e GIFT dei Jane’s Addiction per la Warner Bros Music.

Schermo al nero

28) Olive chiede aiuto ai genitori: il nonno non si sveglia

La terza parte del film si apre con un altro problema dopo il fallimento di Richard: il malore del nonno.

29) La morte del nonno

Continua l’ironia sulla società americana attraverso la figura dell’addetta ai decessi, un personaggio questo che rende ancora più forte il momento di sconforto. Si avvicina alla famiglia Hoover con il tono “manageriale” di chi deve fare bene, e in fretta, il proprio lavoro ma poi non ha un minimo di umanità nei loro confronti. Il suo stile è rigido e burocratico come quello dei modelli che Richard deve riempire. Per la donna, probabilmente, non esiste altra realtà se non quella già predisposta dai fogli stampati.

30) Gli Hoover trafugano la salma

31) Linda, l’addetta ai decessi, parla al telefono

32) La salma viene calata dalla finestra

L’abilità dei due registi sta nel saper tirare fuori da ogni situazione, anche quelle realmente drammatiche, il lato grottesco, assurdo e quindi comico. Gli Hoover, come spesso accade alle maschere comiche, entrano naturalmente in collisione con il mondo perché non riescono a sopportarne le regole. Sono tagliati fuori dal Sogno Americano, a stento arrivano a fine mese, a modo loro attuano, forse anche inconsapevolmente, delle forme di resistenza ai modelli sociali e civili che gli vengono imposti.

33) La salma viene portata di corsa al pulmino

34) In strada

Dopo la morte del nonno la famiglia sembra aver ritrovato l’unità: Sheryl e Richard si scambiano occhiate di intesa dopo le domande di Olive sul paradiso. Quello che non riescono a fare è dare delle risposte convincenti alla bambina. La scena contiene anche un momento spassoso che porta il film verso il grottesco: il tentativo di perquisizione della macchina del poliziotto. Nel bagagliaio giace il corpo senza vita del nonno e il suo ritrovamento avrebbe causato non pochi guai, se l’anziano gaudente anche da morto non avesse aiutato i congiunti. Il ritrovamento delle riviste porno, distrae il gendarme e la famiglia può riprendere il viaggio. Possiamo notare come il diverso uso di un oggetto cambia la situazione all’interno del film. Le riviste che tanto imbarazzo hanno causato in Frank al momento dell’acquisto, rappresentano ora un’ancora di salvezza per tutti.

35) Dwayne scopre di essre daltonico e ha una crisi di nervi. Il pulmino deve fermarsi

Tutti gli uomini hanno infranto i loro sogni, ora è il momento di Dwayne. Ed è proprio nelle oscillazioni di registro che risiede il baricentro di questa commedia gentile e satirica che ama deragliare, ma per tornare subito nella carreggiata d’elezione, ora nel dramma di Dwayne o nel grottesco come nell’episodio del poliziotto della scena precedente.

36) Dwayne scende dal pulmino e piange disperato. La madre va a confortarlo. Olive lo convince a tornare sul veicolo
È abbastanza chiaro come sotto la lente di d'ingrandimento che esamina le debolezze degli uomini, passino soprattutto in rassegna i rappresentanti maschili della famiglia, in fin dei conti Olive è conscia sin dall'inizio delle poche possibilità che ha di vincere il concorso di bellezza, così come la madre pur essendo rassegnata ai difetti del marito, alle stranezze del figlio e alle perversioni del suocero, non appare mai totalmente sconfitta dalla vita.

37) L’arrivo di fronte all’albergo
Dopo il dramma di Dwayne il film cambia di nuovo registro e torna alla commedia con l’arrivo all’albergo. Il percorso contromano del pulmino, l’asta del parcheggio divelta, la concitazione del momento, fa assomigliare questa sequenza ad una slapstick. Lo stile deve la paternità ai comici della casa cinematografica francese Pathé, con i precursori Marcel Fabre (Robinet), André Deed (Cretinetti), e l'italiano Ferdinand Guillaume (Polidor), ma è negli Stati Uniti d'America che, nei ruggenti anni Venti, raggiunse il più alto livello qualitativo, standardizzato industrialmente nelle produzioni dell'età dell'oro del cinema in bianco e nero, con i film muti diretti da Mack Sennett e Hal Roach, con interpreti grandi attori come Buster Keaton e Roscoe Arbuckle, Charlie Chaplin, Stanlio & Ollio, i Fratelli Marx, i Keystone Kops ed i The Three Stooges. Lo stile slapstick è anche molto comune in alcuni cartoni animati come Tom & Jerry e Wile E. Coyote (Road Runner). In questi cartoni, la violenza può essere rappresentata in maniera esagerata, assurda e, di conseguenza, comica, per stimolare la risata dello spettatore. Lo slapstick ha le sue radici nella Commedia dell'Arte italiana, che implicava un grande uso del corpo e della gestualità da parte dell'attore. Il termine deriva da un oggetto usato nei teatri dell'epoca, il battacio, composto da due assi di legno, simile ad una mazza, che, quando sbattuta, produceva un rumore molto forte con poca forza. Lo strumento era noto in Inghilterra anche come slap stick, e dava quindi la possibilità agli attori di colpirsi ripetutamente senza farsi male. Va poi considerato che in questa scena anche il pulmino perde i pezzi così come, in un perfetto processo di osmosi, accade ai suoi occupanti. Il viaggio degli Hoover è infatti un susseguirsi continuo di grandi e piccole catastrofi di ogni genere, e quasi ogni personaggio, inevitabilmente, strada facendo ha collezionato la propria personale sconfitta.

38) L’iscrizione al concorso

L'arrivo al concorso è una discesa negli inferi. Virago inflessibili sui tempi di iscrizione, concorrenti mostruose nel riprodurre in formato mignon di bambole viventi, piccole Barbie allevate solo per l'occasione con numeri da circo. Olive occhialuta e cicciottella appare subito diversa rispetto alle altre bambine presenti.

39) Olive va a salutare miss California e gli chiede se mangia il gelato
Le parole pronunciate dal padre all’autogrill non hanno lasciato indifferente Olive, che subito chiede alla miss notizie sul gelato.

40) Olive e la madre nella sala del trucco
In uno dei film più spassosamente cinici sulla vita americana, prende vita il ritratto di tanti piccoli personaggi maschili proiettati all’individualismo e all’arrivismo. Sheryl, e la piccola grande Olive sono le figure femminili che, con sorrisi e abbracci, ridimensionano il tutto, ricucendo legami familiari laddove regnava il nulla. Conrad scrisse: “Essere donna è un compito difficile: consiste essenzialmente nell’avere a che fare con gli uomini”.. quanto è vero..ma il risultato, a volte, è teneramente e terribilmente stupendo!

41) Frank sfoglia il giornale dove campeggia la pubblicità del libro dell’ex amante
Il performarsi degli affetti e delle relazioni in gioco è reso talvolta attraverso pennellate icastiche e sottili, come la silenziosa intesa, e il suo divenire complicità tra zio e nipote.

42) Olive consegna la musica ad un addetto

43) Il padre consegna il corpo del nonno agli addetti alle pompe funebri

44) La sala dove si esibiscono le bambine. Arrivano le concorrenti

La manifestazione assume i contorni dell'emblema mostruoso di una società che unisce alle attese dei genitori verso i figli, un concetto morboso di competitività e che condisce il tutto con un pizzico di farsesco patriottismo. Impossibile non tifare per la cicciottella e occhialuta Olive che, alla fine, è l'unica fuori posto proprio perché sembra quello che è: una bambina... In questa scena i colori e l'illuminazione indugiano su tonalità più brillanti e sature. Il concorso, regno dell'artificiale e dell'artefatto, viene così sottolineato anche dalle scelte fotografiche.

45) Olive si guarda allo specchio
La pellicola segue affettuosa i suoi personaggi che in quell’America sono costretti a vivere, ognuno aggrappato ad un sogno che è un pretesto, una ragion d’esserci, un segno implicito di distinzione rispetto ad un contorno sociale che non piace e fa paura. Little Miss Sunshine mostra quanto è difficile essere adolescenti, quanto è difficile tenere insieme una famiglia, quanto è difficile affermarsi nel mondo del lavoro sostenendo un’idea propria, quanto è difficile convivere con i rimpianti della vecchiaia, quanto è difficile essere diversi, in tutti i sensi possibili. La famiglia allargata protagonista della storia non reagisce alle avversità con irreale armonia, ma con verosimili contraccolpi nei rapporti fra i singoli, salvo poi dimostrarsi alla prova dei fatti più unita di quanto sembrasse, soprattutto unita come gruppo di “non assimilati” che in fondo si amano e sanno sostenersi.

46) Il presentatore e le bambine

47) Zio e nipote parlano di fronte al mare

C'è una corrente sotterranea di amore tra i personaggi che li tiene insieme e li unisce", ha detto lo sceneggiatore, ed è proprio il viaggio a farci scoprire, a poco a poco, questa corrente, dai piccoli gesti che sembrano naturali e involontari, e dall'alchimia che si crea nel gruppo. In fondo lo zio Frank è il narratore inconsapevole della vicenda, testimone e al tempo stesso protagonista dei cambiamenti. In questo momento quando ricorda al nipote le esperienze e le umiliazioni subite da Proust, riesce a confortare Dwayne ma anche se stesso.

48) Le esibizioni
La piccola Olive, in minoranza e strana in mezzo ai mostri-bambina imbellettati, contagiata dal bisogno di perseguire un sogno, sfiorata da dubbi ed insicurezze come è inevitabile per chiunque, ma alla fine liberata e rivitalizzata dalla propria spontanea e dilagante espressione di sé, che finisce per trascinare e compattare tutta la famiglia.

49) Olive e i familiari nel camerino
I familiari cercano di dissuaderla, consci che il suo essere soltanto una bambina non può reggere il confronto con le performance compiute dalle caricature di donna, dalla sfilza di topo model in miniatura che l’hanno preceduta mandando in visibilio un pubblico di genitori ancor più agghiaccianti. Ciò che quindi si preannuncia è la mortificazione degli sforrzi di Olive, un’uscita di scena magari a testa alta ma mesta, come quella da Cinecittà della piccola Maria del viscontiano Bellissima, le cui lacrime suscitano gli sghignazzamenti del regista e della troupe che stanno rivedendo i giornalieri dei provini.

50) La famiglia torna nel salone

51) L’esibizione di Olive

Ma ecco il colpo di scena. Quando la bimba protagonista inizia la sua esibizione, uno strip improbabile, come fosse un piccolo superman che si toglie gli abiti per trasformarsi in altro da sé, entriamo davvero in un'altra dimensione, capace di scuotere dall'apatia un padre che ha finalmente scoperto qualcosa di autentico e originale. La performance di Olive è una delle cose più divertenti che si siano viste al cinema negli ultimi anni, e l’esibizione collettiva sul palco della famiglia, salita per sostenere la piccola, è la rivendicazione del diritto a essere diversi, il grido di ribellione a un sistema assurdo in cui solo i forti possono sopravvivere. La famiglia Hoover trova nelle difficoltà la forza per andare avanti, scoprendosi sempre più coesi e uniti l’uno all’altro. Alla fine riescono anche ad avere la propria vittoria personale.

52) Al commissariato: sono liberi ma la figlia non deve partecipare a nessun concorso di bellezza in California

53) Ripartono spingendo il pulmino e travolgendo la barriera del parcheggio

Parabola sui perdenti ma soprattutto su chi non si arrende ai primi ostacoli e si fa forza, Little Miss Sunshine riesce a mantenere in equilibrio una storia fatta di crudeltà e di tenerezza, con la stessa dedizione con cui la giovane protagonista si prepara al suo numero: e il risultato, proprio come nel caso della bambina, risulta davvero imprevedibile. La famiglia allargata protagonista della storia non reagisce alle avversità con irreale armonia, ma con verosimili contraccolpi nei rapporti fra i singoli, salvo poi dimostrarsi alla prova dei fatti più unita di quanto sembrasse, soprattutto unita come gruppo di “non assimilati” che in fondo si amano e sanno sostenersi. Forti della propria differenza, finalmente consci di ciò a cui non vogliono appartenere, gli Hoover attuano così, radiosamente, un rilancio simbolico che mette alla berlina quel teatrino mortuoario in cui si celebra il trionfo del conformismo, del fanatismo per la bellezza e il successo, di quell’American Beauty che “cancerifica” e “mostrifica” i connotati di una buona fetta non solo d’America.


UNITA’ DIDATTICA


1) Quali sono i movimenti di macchina utilizzati mentre la mamma prepara la cena

2) Cosa dice il padre ad Olive a proposito della fortuna

3) Che valore ha l’urlo di gioia di Olive

4) Perché la famiglia decide di partire con il pulmino

5) Che problemi ha il pulmino durante il viaggio

6) Ci cerca il padre per telefono

7) Cosa acquista lo zio

8) Cosa succede ad Olive durante il viaggio

9) Come si chiama il genere cinematografico che viene utilizzato per raccontare il viaggio in California

10) Come cambia la fotografia quando il padre va a cercare l’agente in albergo

11) Cosa fa la famiglia Hoover quando scopre che non può portare oltre il confine il corpo del nonno

12) Perché il poliziotto non perquisisce la macchina

13) Perché non vogliono far inscrivere Olive al concorso di bellezza

14) Descrivi le altre concorrenti

15) Come lo zio conforta Dwayne

16) Descrivi l’esibizione di Olive e spiega perché gli altri si scandalizzano

17) Come reagisce il resto della famiglia

18) Scrivi una breve recensione del film


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