Un film di Woody Allen
Soggetto e Sceneggiatura: W. Allen
Fotografia: Remi Adefarasin
Musiche: brani tratti da opere di Giuseppe Verdi, Gaetano Donizetti, Georges Bizet e Gioacchino Rossini
Montaggio: Alisa Lepselter
Scenografia: Jim Clay
Arredamento: Caroline Smith
Costumi: Jill Taylor
Interpreti: Scarlett Johansson (Nola Rice), Jonathan Rhys-Meyers (Chris Wilton), Brian Cox (Alec Hewett), Emily Mortimer (Chloe Hewett Wilton), Matthew Goode (Tom Hewett), Penelope Wilton (Eleanor Hewett).
Produzione: Magic Hour Media
Origine: USA/Gran Bretagna
Anno di edizione: 2006
Durata: 124’
Sinossi
Chris Wilton è un tennista che ha rinunciato alla sua carriera e ora fa il maestro di tennis a Londra in un club molto esclusivo. Qui conosce il ricco Tom Hewett e sua sorella Chloe che si innamora subito di lui e del suo apparente interesse per la cultura. Il ricco padre dei due lo inserisce nella sua attività finanziaria e il matrimonio tra Chris e Chloe viene ben presto celebrato. Ma Chris, che ha conosciuto la fidanzata di Tom (l'aspirante attrice americana Nola) e ne è rimasto irrimediabilmente attratto, quando la reincontra libera dal legame con il cognato inizia con lei una relazione basata sulla passione. Intanto Chloe desidera a tutti costi la maternità. A rimanere incinta è invece Nola che vuole che Chris lasci la moglie. Incapace di resistere alla pressione Chris escogita una via di fuga.
ANALISI DEL FILM
Soggetto e Sceneggiatura: W. Allen
Fotografia: Remi Adefarasin
Musiche: brani tratti da opere di Giuseppe Verdi, Gaetano Donizetti, Georges Bizet e Gioacchino Rossini
Montaggio: Alisa Lepselter
Scenografia: Jim Clay
Arredamento: Caroline Smith
Costumi: Jill Taylor
Interpreti: Scarlett Johansson (Nola Rice), Jonathan Rhys-Meyers (Chris Wilton), Brian Cox (Alec Hewett), Emily Mortimer (Chloe Hewett Wilton), Matthew Goode (Tom Hewett), Penelope Wilton (Eleanor Hewett).
Produzione: Magic Hour Media
Origine: USA/Gran Bretagna
Anno di edizione: 2006
Durata: 124’
Sinossi
Chris Wilton è un tennista che ha rinunciato alla sua carriera e ora fa il maestro di tennis a Londra in un club molto esclusivo. Qui conosce il ricco Tom Hewett e sua sorella Chloe che si innamora subito di lui e del suo apparente interesse per la cultura. Il ricco padre dei due lo inserisce nella sua attività finanziaria e il matrimonio tra Chris e Chloe viene ben presto celebrato. Ma Chris, che ha conosciuto la fidanzata di Tom (l'aspirante attrice americana Nola) e ne è rimasto irrimediabilmente attratto, quando la reincontra libera dal legame con il cognato inizia con lei una relazione basata sulla passione. Intanto Chloe desidera a tutti costi la maternità. A rimanere incinta è invece Nola che vuole che Chris lasci la moglie. Incapace di resistere alla pressione Chris escogita una via di fuga.
ANALISI DEL FILM
Sullo schermo nero scorrono i titoli di testa sulla musica di “Una furtiva lagrima”, dall’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti, nella versione d’epoca cantata da Enrico Caruso.
1) Il particolare di un campo da tennis, ripreso in campo medio. La palla volteggia sulla rete, poi in fermo immagine viene bloccata al centro dell’inquadratura
La Voce off recita: “Chi disse preferisco avere fortuna che talento percepì l’essenza della vita. La gente ha paura ad ammettere quanto conti la fortuna nella vita. Terrorizza pensare che sia così fuori controllo. A volte in una partita la palla colpisce il nastro e per un attimo può andare oltre o tornare indietro, con un po’ di fortuna va oltre e allora si vince. Oppure no e allora si perde”. Fermo immagine, la pallina rimane sospesa, sopra la rete del campo da tennis.
Il film si apre, come accade talvolta nelle tragedie o nell’opera lirica, con una sorta di prologo che alla fine scopriremo darà senso a tutta la vicenda. Senza dimenticare che nell’opera lirica il fato, il destino si pongono come importante deus ex machina della vicenda narrata. A livello sportivo, invece, il match point nel tennis indica il punto che serve a vincere un incontro.
Fondu al nero
2) Un giovane uomo viene assunto in un esclusivo club come maestro di tennis. Un tempo è stato un tennista professionista ma poi ha abbandonato la professione
L’ingresso in scena del protagonista maschile è sottolineato da un carrello che lo segue mentre cammina vicino ad una rete che delimita un campo da tennis. Nel corso del film scopriremo come questa sottile divisione venga adoperata dal regista come metafora del’ambiente che sta raccontando. La rete impalpabile che avvolge il mondo dei ricchi può essere superata da chi sa conformarsi a loro a tal punto da entrarne a far parte o può diventare un ostacolo insormontabile per chi non è capace e ne resta escluso.
3) Il giovane uomo affitta un piccolo monolocale, cena da solo, dà lezioni di tennis e nel tempo libero legge “Delitto e castigo” di Fedor Dostoevskij
Lo ha dichiarato lo stesso Allen e chiunque conosca almeno un pò “Delitto e castigo” sa che la sua lettura da parte di Chris non deve trarre in errore, facendo automaticamente del film di Allen un’opera in qualche modo dostoevskiana; semmai, lo è per metà, fino al delitto, e del resto Chris – che in questo inizio somiglia effettivamente un po’a Raskolnikov, solo nella sua stanzetta squallida con molta voglia di cambiare le cose – è ancora lontano dal terminare il libro e probabilmente non lo finirà mai. Dostoevskiano per metà, dunque: e non perché c’è solo “mezzo” Dostoevskij nel film, ma perché sembra mancare – al protagonista e alla società in cui vive – l’altra metà del titolo, il castigo. Il romanzo, infatti, dopo e grazie alla condanna, può chiudersi su un’immagine tutto sommato positiva: “Ma qui comincia ormai un’altra storia, la storia del graduale rinnovamento di un uomo, la storia della sua graduale rigenerazione, del graduale passaggio da un mondo in un altro, della conoscenza da una nuova, finora assolutamente ignota realtà …” Al contrario nello straordinario finale alleniano, il castigo e la condanna sono sono ormai fuori uso, e forse fuori moda.
4) Il giovane uomo si chiama Chris e dà lezioni a Tom Hewitt, ricco quanto basta per interessarsi anche al passato del suo maestro di tennis. Chris è appassionato di musica lirica e viene invitato da Tom al Covent Garden per una rappresentazione di Traviata
Fin da queste prime scene, Woody Allen stupisce gli spettatori: il film non è ambientato nell’amata Manhattan ma a Londra; la colonna sonora non è composta da musica jazz ma da musica lirica. E queste non saranno le uniche sorprese: in seguito scopriremo che il regista newyorchese non compare nel film e che al posto delle abituali risate troviamo un conflitto d’anime che sconfina nella tragedia.
5) La sera dopo a teatro Chris conosce Chloe, la sorella di Tom, e i genitori dell’amico
Il teatro, l’opera lirica e il melodramma sono scelti da Allen non solo come sfoggio di musica colta ma rappresentano una scelta funzionale anche per la trama: è nel palco del teatro, per esempio, che avvengono incontri e innamoramenti. Il breve carrello su Chloe che guarda furtiva Chris, già racconta l’interesse che la ragazza inizia a provare per il giovane tennista. Intanto sul palco viene rappresentata “La traviata” e Alfredo intona: “Un di', felice, eterea,/Mi balenaste innante, E da quel di' tremante/Vissi d'ignoto amor./Di quell'amor ch'e' palpito/Dell'universo intero, Misterioso.” (Atto 1° scena 3°). Anche il brano musicale, pertanto, sottolinea lo stato d’animo di Chloe.
6) Chris viene invitato da Tom a trascorrere un fine settimana, nella tenuta che la sua famiglia possiede in campagna
7) Tenuta della famiglia Hewitt. Chris confida a Chloe il desiderio di migliorare la sua condizione sociale ed il suo amore per il cinema ed il teatro. Poco dopo conosce Nola, la fidanzata di Tom
Mentre Chris si aggira per la casa, dal golfo mistico invisibile riecheggiano le note de “Il Trovatore” (Atto 2°, scena 1°). Manrico canta: “Mal reggendo all'aspro assalto, Ei già tocco il suolo avea: Balenava il colpo in alto Che trafiggerlo dovea... Quando arresta un moto arcano”. A cantare è sempre Enrico Caruso.
Il rumore di una pallina attira Chris che si affaccia in una stanza e vede Nola. La ragazza sta giocando a ping pong e ha vinto con facilità una partita. Il tennista è subito attratto da lei. E’ questa una scena importante del film, l’incontro con Nola, “trafiggerlo dovea” per dirla con Verdi, e così sarà. D’altra parte anche nel melodramma gli eroi sono colpiti improvvisamente dalla passione amorosa e quando gli occhi azzurri Chris incontrano quelli di Nola, entrambi non hanno scampo.
Non a caso Allen fa dire all’aspirante attrice americana: “Allora chi è la mia prossima vittima, tu”, poco dopo Chris ammette: “In che cosa mi sono cacciato” e lei replica: “In che cosa mi sono cacciata, io”. E Nola ha ragione ad aver paura: sia lei che Chris non appartengono a quel mondo, lo sfiorano, lo guardano da vicino ma non ne fanno parte. Non a caso la ragazza gioca a ping pong, il tennis alla portata di tutti, simulacro di quello sport per ricchi che ha dato inizio alla vicenda raccontata nel film.
Scarlett Johansson dopo le eccellenti prove in “Lost in Translation” (Sofia Coppola, 2003) e “La ragazza con gli orecchini di perle” (Peter Webber, 2003), trova in Match Point la consacrazione internazionale.
8) Chris e Chloe fomentano la loro amicizia visitando delle mostre, passeggiando e andando al cinema. Durante la proiezione di un film, i due si danno il primo bacio. Poco dopo a casa di Chris fanno l’amore
Ancora torna la musica classica, il “Salvator Rosa” di Antônio Carlos Gomes, il più noto dei compositori brasiliani, ed il suo “Mia piccerella vieni a lo mare” o “La bianca prora somiglia ad un altare” ben si intonano allo stato d’animo dei due giovani innamorati. Anche questi due brani sono cantati da Enrico Caruso. Allen sembra utilizzare la musica classica come ha fatto in passato Luchino Visconti: le passeggiate e gli incontri di Chris e Chloe ricordano quelle di Livia e Franz in “Senso” (1954). Ma gli accostamenti non si fermano qui: entrambi gli autori portano il realismo all’interno dell’estetica teatrale. Si assite, pertanto, ad una sorta di movimento in direzione contraria: dal palcoscenico teatrale si sprofonda su quello naturale che ha per scenografia i giardini, i palazzi e le piazze di Londra.
Più tipicamente alleniano è il bacio che i due protagonisti si scambiano al cinema. Spesso nei film del regista americano la sala cinematografica è il luogo ideale per incontri, riflessioni, considerazioni, senza dimenticare che uno dei suoi film più belli, “La rosa purpurea del Cairo” (1985), racconta la storia di un personaggio che esce dallo schermo e corre in soccorso di una spettatrice.
In Match Point il film citato è “Rififi” di Juels Dassin (1955), un cupo noir senza redenzione. Un elemento questo che anticipa gli sviluppi della storia che nella seconda parte assumerà proprio il tono del noir.
9) Chloe parla con i genitori di Chris e chiede al padre di trovargli un lavoro. Il discorso cade su Nola, alla madre non piace
10) Chloe e Chris si trovano in un ristorante. Il ragazzo ha ricevuto da un socio del padre della fidanzata una proposta di lavoro. E’ un pò perplesso ma accetterà. Arrivano Nola e Tom
In questa scena ampio spazio viene lasciato al personaggio di Nola: attrice americana in cerca di successo e in fuga da un passato che non deve essere stato facile, tanto che la ragazza ammette di non voler tornare nel Colorado, stato dalla quale proviene.
11) Chris accetta il lavoro che gli ha trovato il padre di Chloe
Oltre a Dostoevskij, Allen sembra voler citare anche Maupassant: Chris è un “Bel-Ami” con la racchetta che incanta e seduce. Infatti non impiega molto tempo a conquistare l’intera famiglia Hewett , trampolino di lancio per la scalata al successo.
12) Chris è a casa. Arriva Chloe e nonostante lei proponga una serata romantica, lui preferisce raggiungere Tom e Nola al cinema
13) Davanti al cinema dove si proietta I diari della motocicletta, i due aspettano i cognati ma arriva solo Tom, Nola è rimasta a casa
14) Chris incontra casualmente Nola. La ragazza deve fare un provino ma è angosciata per il risultato, Chris si offre di accompagnarla
La musica che accompagna l’incontro tra i due è tratta da I pescatori di perle di Georges Bizet ed è cantata da Enrico Caruso.
15) Nola esce dal teatro dove ha fatto il provino: ha fallito. Chiede a Chris di accompagnarla a bere un drink
Nola è in fuga da un padre assente, da una madre alcolizzata e da una sorella tossicodipendente. Un passato che la rende vulnerabile e la porta a fallire nella vita professionale. La ricerca del successo sembra nascere non da una vera passione per la recitazione ma dalla voglia di riscatto. Forse per questo fallisce (e fallirà) nella vita professionale. Diversamente affronta i rapporti sentimentali con estrema razionalità: intuisce che la passione per Chris sarebbe disastrosa e non esita a metterlo in guardia.
16) Tenuta della famiglia Hewett. Tra Nola e Chris scoppia la passione
Nonostante le parole sagge di Nola, tra lei e Chris scoppia la passione. Match Point è in fondo un film crudo e sferzante, dove Allen mescola abilmente le carte della libidine e del (ri)sentimento di classe. Sono l’amarezza e la vulnerabilità della Johansson a conquistare il tennista facendolo sentire vicino a lei; sono la sua malizia, i suoi fianchi burrosi, le sue forme perfette a farlo crollare. Ma sono gli agi, i lussi, le regole della sua nuova famiglia a condurre la danza, che sarà macabra come nel suo Strindberg prediletto. Durante la scena d’amore il commento musicale è sospeso, in favore del rumore della pioggia e dei tuoni, come omaggio alla carnalità della scena.
17) Il quartetto è all’opera quando Nola e Chris si appartono. Lui le rimprovera l’eccessiva freddezza, lei lo esorta a smettere di cercarla: insieme non hanno un futuro
Torna l’uso della musica classica a contrappuntare la vicenda, forse per ricordarci che oscillando sull’altalena tra amore e morte la vita può apparire un melodramma. Dell’opera lirica viene riproposta anche la struttura narrativa, tanto che gli incontri tra i personaggi, come in questa sequenza, si trasformano in duetti. Altre volte la solitudine di un personaggio ricorda quello di un “a solo”; mentre le scene delle feste o quelle delle riunioni ricordano le parti corali di un melodramma.
Il brano scelto per questa scena è tratto da “Rigoletto” (atto 1° scena 13), dove Gilda intona: “Gualtier Maldè!... nome di lui sì amato, Scolpisciti nel core innamorato!/Caro nome che il mio cor Festi primo palpitar, Le delizie dell'amor Mi dêi sempre rammentar! Col pensiero il mio desir/A te ognora volerà, E pur l'ultimo sospir, Caro nome, tuo sarà”.
18) Chris esce dal lavoro: ora ha un autista e una bella macchina. Incontra un amico che ancora fa il tennista
Dove Match Point si rivela essere una delle migliori pellicole di Allen è nella regia, o meglio in un’idea di messa in scena che irretisce l’intera storia: il genio newyorchese arriva ad un’incredibile sintesi di eleganza ed al tempo stesso di rarefazione, immergendo le figure da lui create in un universo di folgorante bellezza visiva; aiutato dalla fotografia pastosa e densa di variazioni cromatiche di Remi Adefarasin. Il regista ritrova quell’impressionante lucidità estetica che aveva in precedenza contraddistinto le sue opere più riuscite e il pensiero corre a Crimini e misfatti, sul quale torneremo in seguito. La pregnanza delle immagini torna in molte parti di Match Point e non soltanto si pone come splendida cornice a quanto viene messo in scena, ma ne rappresenta la coerente e “fredda” esplicitazione estetica: penetrante fusione tra materia trattata e mezzo espressivo attraverso cui raccontarla. L’autore ripropone la sua personale ricerca sul tempo “logico” dell’inquadratura, la cui durata si fa mezzo portatore di comicità oppure, come in questo caso, di carica drammatica. La regia di Alllen arriva attraverso la semplicità ad uno stadio di sottrazione, di non sottolineatura degli eventi che si trasforma in lucidissima riflessione sull’uso “nascosto” del mezzo. In questo caso testimone distaccato ma impietoso della miseria umana. Splendido esempio di cinema “congelato” e allo stesso tempo finemente ideato, Match Point testimonia in pieno la volontà del proprio autore di tornare su argomenti già affrontati, supportato stavolta da una disillusa saggezza, che ne attenua la spinta moralistica.
19) Ad una festa in casa di Chloe si parla di matrimonio tra lei e Chris. Da una finestra vede il cognato e Nola che stanno per fare l’amore, i due se ne accorgono
20) Chris sposa Chloe e il padre regala alla coppia un bellissimo appartamento
Durante la scena del matrimonio torna “Mia piccirella vieni allo mare” dal Salvator Rosa di Antônio Carlos Gomes, nella versione cantata da Enrico Caruso.
21) Durante una partita a tennis Tom racconta a Chris di aver lasciato Nola e di essere innamorato di un’altra
22) Chris prova a cercare Nola, ma lei ha il telefono spento e ha lasciato l’appartamento dove viveva
23) Chloe vorrebbe avere un figlio ma ancora non arriva
24) Tom sposa la sua nuova fidanzata
25) Chris al lavoro è molto stressato, esce di fretta per raggiungere la moglie in una galleria d’arte
26) Nella galleria vede Nola e riesce a farsi dare il suo numero di telefono
La donna tentatrice e sensuale rientra in scena e per Chris non sembra esserci scampo.
27) Chris e la moglie sono stati da un medico. Lei torna a casa in macchina lui va da Nola: tra i due riesplode la passione
28) La moglie vuole aprire una galleria e vuole avere un figlio. Lei parla di tante cose e lui risponde con frasi di circostanza
29) Ancora un incontro tra Nola e Chris, nel segno della passione
30) La sera al ristorante con i cognati, parlano della galleria d’arte che Chloe sta per aprire. Tom racconta di aver visto Nola
31) Chris esce dal lavoro e raggiunge Nola, lei è arrabbiata perché ha fallito ad un nuovo provino
32) Il giorno di Natale Chris trova il tempo per telefonare a Nola
Un tocco di raffinatezza nella già perfetta regia di Allen, è presente in questa scena. Con un unico movimento di macchina (una panoramica) il regista inquadra dapprima la famiglia intenta a scambiarsi gli auguri, poi “cerca” Chris, e lo isola da solo sulle scale mentre chiama Nola, terminata la telefonata arriva il suocero che “riporta” Chris all’interno della famiglia.
33) Ancora un incontro tra Nola e Chris
Con questa scena Nola e Chris toccano il culmine della passione. Si chiude la prima parte del film, nella seconda il rapporto tra i due cambierà radicalmente.
34) In estate Chris, la moglie, i cognati e una coppia di amici si preparano per le vacanze. Chris riceve una telefonata di Nola: vuole assolutamente vederlo; più tardi ancora lo cerca disperata: aspetta un bambino
35) Con una scusa il giorno dopo Chris la raggiunge. Nola non vuole abortire, lo ha già fatto altre due volte, una quando era fidanzata con Tom
36) Chris sembra quasi voler confessare qualcosa alla moglie ma poi la conversazione cade sulla mancata gravidanza di Chloe
37) Chris confessa all’amico tennista di essersi abituato ad una vita agiata e per questo non vuole rinunciare alla moglie, anche perchè non vede un futuro con Nola
Attorno alle azioni di Chris, splendidamente interpretato da Jonathan Rhys Mayers (Vanity Fair, Alexander), Allen sospende il giudizio. E cos’altro può fare in un mondo governato dal Caso che parifica tutto, mettendo sullo stesso piano il punteggio di una partita di tennis e il destino di una vita (la condanna all’ergastolo o la libertà) e in cui la Fortuna finisce per essere l’unico artefice dei destini degli uomini, distribuita, come sempre accade, in modo imperscrutabile (perché, appunto, casuale)? Un po’ come la pallina da tennis con cui si apre il film, e che ha un’identica probabilità di scavalcare la rete a destra o a sinistra, anche Allen, più che indeciso sembra contemplare un doppia (o tripla) possibilità. Fa, in un certo senso, quello che facevano i due narratori seduti al bar di Melinda e Melinda; solo che quelli a scrivere, ci provavano davvero, mentre Allen, mai come in questo film, si siede sul net (piuttosto lontano dall’arbitro) e sta a guardare.
38) Chris dice a Nola che lascerà la moglie dopo le vacanze. L’amante si arrabbia ma poi accetta la situazione
Il film procede in modo lineare, inquadratura dopo inquadratura, azione dopo azione. Allen prova, se non ad arbitrare, almeno a osservare da vicino, mettendo tutto in fila, a chiare lettere. E’ come se tornasse a ripassare, dalle basi, la grammatica del cinema, che è poi quella del movimento umano. Match Point è di una semplicità disarmante. Si vede tutto. Ma che cosa si vede? Una delirante processione di eventi, dal più normale al più mostruoso, con un lento ma implacabile aumento di orrore a ogni nuova sequenza, che lascia in eredità allo spettatore un vago ma opprimente disagio. Eppure, alla fine, tutto resta uguale. La più classica logica del racconto hollywoodiano è – paradossalmente – riconfermata: c’è un ordine all’inizio, c’è un ordine alla fine. Ma il punto d’arrivo coincide con la completa devastazione di ogni valore; Allen, che negli ultimi film ha provato, magari con un pizzico di disperata retorica a riproporre l’happy end (Tutti dicono I love you, Criminali da strapazzo), lo fa anche questa volta ma, nella completa deregulation morale di Match Point, lo trasforma in una specie di condanna a morte: la feroce affermazione delle possibilità di un ordine nonostante l’assenza di qualsiasi principio morale. Come a dire: anche in un mondo dominato dal Caso, in cui l’uomo ha definitivamente rimesso ai capricci della Fortuna la propria vita, trasformando il successo sociale nella più cristallina manifestazione della giustizia, tutto può finire bene. E questo perché il film è attraversato da una seconda domanda, o un secondo dubbio, che è il corollario della prima: che cosa e quanto si è disposti a fare pur di preservare intatta una condizione come quella di Chris, fatta di successo personale e potere?
39) Chris va a prendere la moglie alla galleria e scopre che la vacanza verrà rinviata. Telefona a Nola ma quando sente la sua voce, chiude la comunicazione. I due coniugi poi vanno all’opera
A teatro viene rappresentato il Guglielmo Tell, l'ultima opera lirica composta da Gioacchino Rossini che, in seguito, si dedicherà alla scrittura di musica da camera, musica sacra e comunque solo a composizioni musicali non destinate al teatro.
Guglielmo, intona (Atto 1° scena 5): “Io non so se avrommi gloria, Ma la sorte io vo' tentar. Vieni, andiam: fia l'empio estinto”.
40) Chris è a casa con la moglie e i suoceri, riceve una chiamata di Nola e, mentendo, dice di trovarsi in Grecia
41) Nola sta facendo shopping, quando vede Chris uscire da un negozio. La sera lei lo chiama e lui dice di essere in Sardegna
42) Il giorno dopo Nola va a cercarlo al lavoro: la sua rabbia si trasforma ben presto in una scenata. Lui riesce a calmarla promettendole di parlare con la moglie
43) Chris la sera non riesce a dormire
Torna la musica dell’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti.
44) Chris a casa dei suoceri prende di nascosto un fucile e lo nasconde nella borsa delle racchette
45) Incontra Nola e la rassicura: domani parlerà con la moglie
46) Chris torna a casa e sorprende la moglie con l’acquisto di due biglietti per un musical. La sera seguente andranno a teatro
47) Chris dopo il lavoro va nel palazzo dove vive Nola. Con una scusa entra nella casa della vicina e la uccide, poi simula un furto
Comincia con questa sequenza la parte più drammatica del film: le richieste di Nola, l’angoscia di Chris e la sua paura di perdere il lavoro e la vita adagiata, trovano come unica soluzione quella dell’omicidio. La musica scelta da Allen è tratta dall’Otello di Giuseppe Verdi, nel momento in cui il Moro di Venezia è quasi convinto del tradimento di Desdemona; Jago, infatti, intona, “Desdemona è rea con questi fili tramerò la prova del peccato d’amor”.
48) Nola esce dal lavoro
Continua la musica di Verdi, che accompagna gli eventi di tutta questa parte di film e continua anche la regia, classica e sobria, di Allen. Di seguito assisteremo all’attesa di Chris e al ritorno a casa di Nola, due momenti importanti nell’economia del racconto, che Allen “unifica” utilizzando il montaggio alternato. Un tipo di montaggio messo a punto a partire dagli anni dieci e che “stimola” l’attenzione degli spettatori, portati a chiedersi, più che in altri momenti del film, come evolverà il racconto. Nel caso di Match Point il montaggio alternato rende ancora più emozionante la scena: l’attesa per le successive mosse di Chris sospende il racconto in una calma opprimente e al tempo stesso crea interrogativi negli spettatori: cosa farà ora il bel tennista?
49) Chris nella casa della vicina piange disperato
50) Nola chiama un taxi
51) Chris nasconde nella borsa del tennis i gioielli che ha fatto finta di rubare alla donna che ha ucciso
52) Nola è nel taxi
53) Chris guarda l’ora e l’aspetta
54) La moglie di Chris ritira i biglietti per il musical
55) Nola arriva vicino a casa
56) Chris prepara il fucile
57) Un vicino di casa bussa alla porta, poi se ne va. Incontra Nola davanti al portone del palazzo e parla con lei.
58) Chris aspetta Nola vicino all’ascensore. Quando lei esce la uccide
Chris, non riesce o non può lasciare la moglie per lo stile di vita e gli agi raggiunti, e allora non trova altra soluzione se non l’omicidio. L’interrogativo che il regista ha posto agli spettatori nella scena di apertura, comincia ora ad avere un senso: da che parte cadrà la pallina? Dalla commedia siamo lentamente scivolati nel noir.
59) La moglie lo aspetta davanti al teatro, lo chiama al telefono. Chris risponde dal taxi, poi piange in modo convulso
Il commento musicale tratto dall’Otello di Verdi termina in questa scena.
60) A teatro con la moglie
A teatri i due assistonoa a The Woman in White, il capostipite del poliziesco inglese e un parente stretto della “gothic novel”, scritto nel 1860 da Wilkie Collins e trasformato in un musical da Andrew Lloyd Webber nel 2004.
61) La polizia ricostruisce l’accaduto: l’anziana signora è stata derubata e uccisa per motivi legati alla droga. Probabilmente il ladro quando è uscito dall’appartamento ha incontrato Nola e ha ucciso anche lei
62) La mattina dopo Chloe legge sul giornale la notizia dell’uccisione di Nola. Chris si mostra sorpreso
63) A casa dei suoceri rimette al suo posto il fucile. La moglie dà la grande notizia alla madre: aspetta un bambino. Tutti sono felici. Chris riceve una telefonata dalla segrataria: un detective della polizia, lo cerca. Poco dopo Chris lo chiama e fissa un appuntamento con il poliziotto
Woody Allen ormai dirige con una semplicità magistrale: qualche carrello per strada, campi e controcampi, accenni di zoom sui volti in un paio di momenti psicologicamente determinanti, un’esemplare sequenza in montaggio alternato. Una “pulizia” alla quale corrisponde una visione sconfortante e lucidissima dei rapporti umani. Non ci dà lezioni; semplicemente ci racconta una storia di successo e delle sue inevitabili “casualties of war”, una storia che riecheggia un altro film che narrava di un tennista e dei suoi problemi con le donne, Delitto per delitto di Hitchcock, il più disincantato maestro di cinismo, che Allen cita impercettibilmente altrove, nei dialoghi paradossali tra i due poliziotti (Frenzy), nell’andirivieni nello scantinato nel quale sono riposti i fucili da caccia (Notorious), nella stessa sensualità pigra della Johansson, che non può non richiamare Kim Novak. Non sappiamo da che lato della rete cadrà la pallina da tennis; ma, dovunque cada e di chiunque decreti la vittoria, non ci rassicurerà.
64) Prima di andare dal poliziotto si libera degli oggetti rubati alla signora. Un anello cade a vicino alla balaustra del fiume
Torna la musica di Verdi, questa volta è il Macbeth che accompagna Chris mentre si libera degli oggetti rubati, a cantare è ancora Enrico Caruso. Allen utilizza il rallenty nel momento in cui l’anello sbatte contro la balaustra, e ancora una volta sollecita l’attenzione degli spettatori, portati a chiedersi: sarò caduto dalla parte giusta?
65) Nonostante Chris neghi ogni rapporto con Nola, la polizia ha trovato il suo diario e l’uomo è costretto ad ammettere la relazione. Tra le lacrime chiede di non rovinare la sua famiglia, proprio ora che la moglie aspetta un bambino. Chris se ne va i poliziotti che lo hanno interrogato decidono di continuare l’indagine
66) La notte Chris sta lavorando davanti al computer, quando dialoga con il fantasma di Nola e della vicina di casa
67) Uno dei poliziotti si sveglia di notte pensando di aver risolto il caso
68) La mattina dopo il poliziotto lo racconta al collega: Chris ha ucciso prima la vicina, per depistare le indagini, e poi ha fatto fuori Nola. Il collega lo aggiorna invece sulle ultime novità: l’anello della signora è stato trovato ad un drogato ucciso per furto: è lui l’omicida. Il poliziotto si arrende e non continua le indagini
Molti critici hanno sottolineato una vicinanza tematica tra Match Point e Crimini e Misfatti. In realtà è poco più che una parentela lontana quella che unisce Chris ad altri personaggi alleniani, e in primo luogo agli ebrei ricchi e colti di Crimini e misfatti, benché le trame dei due film quasi si sovrappongano (anche in quello dell’89 un uomo finiva per uccidere l’amante all’ennesima richiesta di confessare tutto alla legittima moglie). Tuttavia, alla fine di Crimini e misfatti, in una specie di miraggio bergmaniano - dove la citazione riusciva a evocare almeno cinematograficamente “l’occhio di Dio” – Judah Rosenthal, macchiatosi del delitto, e dopo aver patito a lungo per il rimorso, rivedeva il padre, ne riascoltava gli insegnamenti e, soprattutto, faceva dolorosamente coincidere il suo misfatto individuale con i crimini della Storia. E se pure tutto si ricomponeva un po’ troppo in fretta, Dio aveva comunque parlato, anche se per bocca di un rabbino cieco di cui Judah ascolta, ma non accetta, i consigli. Ai personaggi di Crimini e misfatti Allen concede insomma una specie di tregua e distribuendo una pena, se non una punizione. Quando uscì il film, il regista dichiarò che “l’universo è un posto senza Dio e, a meno che noi non ci costruiamo una nostra etica, non c’è nessuno che ci punisca”. Più di dieci anni dopo, è tornato sul problema: non tanto dell’assenza di Dio, ma dell’attribuzione del castigo. E si è fatto più amaro: perché se già allora i tutori della legge (poliziotti, investigatori), come accade anche in Match Point, non hanno alcuna possibilità di risolvere e attribuirgli una condanna che possa quantificare “costituzionalmente” le sue responsabilità, nel nuovo film escono di scena anche rabbini e filosofi, religiosi e pensatori e i loro opposti ma ugualmente utili insegnamenti morali. La high-society in cui vive Chris realizza dunque la definitiva evacuazione del castigo della vita: che poi significa completa esautorazione della legge (umana e divina), impuità e degrado morale. Cosa ne è dell’uomo quando ha perduto ogni bussola morale e sistema di misura capace di distinguere il bene dal male, l’innocenza dalla colpevolezza? Non è più tempo di filosofie e di religioni, poco importa se negate o affermate: Dio non guarda più giù perché nessuno volge più gli occhi al cielo, invocandone e maledicendone il nome: si avverte soltanto un grande silenzio e si vede soltanto un vuoto assoluto. Il successo materiale è diventato l’unico segnale di differenza tra gli uomini, finendo col demarcare non soltanto una posizione sociale ma anche una specie di giustizia.
69) Nove mesi dopo Chris e la moglie tornano a casa con il bambino appena nato
Un po’ come un entomologo, insomma, Allen, nel suo film più disperato e pessimistico, una specie di noir in piena luce, assiste da spettatore a una nuova, più spietata guerra per la sopravvivenza, in un ring dove è accettata qualsiasi mossa e in cui perfino i narratori, non diversamente dai protagonisti del racconto, hanno perso l’uso morale della parola. La società capitalistica che ritrae senza ritrovarvi alcun senso, è attraversata da istinti primari umanissimi (conservare la specie, riprodursi, accumulare beni, proteggersi e proteggere il proprio gruppo), privi però di una morale sociale condivisa diversa dalla semplice, stringente logica della vittoria. Che nella vita, così come su un campo da tennis, ha sempre (e soltanto) due facce: quella del vinto e quella del vincitore. Nessuna religione, nessuna filosofia; Allen si rigira tra le mani (è lui il vero Raskolnivok) parole come bene, giustizia, libertà, ma non approda a nulla. La vittoria (misurata in termini di successo), e solo questa, distribuisce automaticamente, e tautologicamente, i pesi della giustizia e assolve da ogni condanna. E alla fine, se si è un vincente come Chris, protetto dalla Fortuna, non si ha nessun motivo per smettere. Perché questo, sì, sarebbe davvero una colpa imperdonabile.
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